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Archive for March, 2009

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Mar 12

Vai piano che ci sono i poliziotti ubriachi

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L’umorismo polacco è un po’ diverso da quello italiano, di solito c’è molto più alcool e sesso esplicito, le barzellette poi vanno capite, a volte sembrano monche, come se mancasse una battuta, insomma bisogna entrare nella mentalità polacca per riuscire a riderne e di solito un paio di bicchieri di vodka aiutano, soprattutto a stomaco vuoto.

L’umorismo è spesso la lente di ingrandimento attraverso la quale un popolo osserva i propri difetti e i polacchi non fanno eccezione, spesso nelle loro barzellette si descrivono come ubriachi (ma meno dei russi), scansafatiche, irrispettosi delle regole e interessati a immediato tornaconto. I bersagli principali dell’umorismo polacco sono i russi, le forze dell’ordine e gli stessi polacchi.

Ad esempio se sei uno stupido sei un come thermos russo, se fai rumore mentre mescoli lo zucchero nel te (cosa da cafoni) ti chiedono se hai un familiare nella polizia o il monumento per l’Armata rossa che liberò Varsavia (nella foto) diventa il monumento ai quattro addormentati e lo chiamano davvero tutti così.

Dopo un po’ ci fai l’abitudine e certe battute riesci a capirle, ma se mentre sei in macchina qualcuno ti dice di fare attenzione ai poliziotti ubriachi, tu già immagini che devi sganciare qualche cinquantina di zloti per evitare pretestuosi controlli e perdite di tempo, già ti vedi costretto a passare un paio d’ore vicino ad una macchina delle polizia che ti fa perdere del tempo e comunque stai già guardandoti attorno per capire dove sono questi poliziotti ubriachi e come fare per evitarli. Alla fin fine però puoi fare quello che vuoi ma non puoi scappare ai poliziotti ubriachi e allora l’unico modo per superarli è passarci sopra.

I polacchi chiamano poliziotti ubriachi i dossi stradali che di solito sono nei quartieri residenziali per rallentare i veicoli.

(la foto è di Ireneusz S. Wierzejski presa da wikimedia)

Mar 11

Tanax

Io quando leggo di questa gente che è così contenta di avere un animale in casa perché non riesce a costruire una relazione con un altro essere umano, quando vedo le foto di gatti che sostituiscono figli, quando vedo su facebook gli amici che condividono le foto degli annunci di qualche canile, allora mi viene voglia di andare a comprare cinque o sei siringhe di tanax e andare in giro a dispensare dei segni di pace.

Mar 10

Marijuana Pepsi

marijuana_pepsi

Marijuana Pepsi Sawyer ha un problema, oltre ad essere finita sulla colonna infame degli articoli di colore di repubblica, si chiama come una droga, come una bibita gasata e come il protagonista di un romanzo di Mark Twain. La cosa a quanto pare non le ha impedito una vita serena, ma malgrado gli anni di analisi ancora oggi ha un tarlo che le rode il cervello:

“Sono una persona tenace”, ha dichiarato la donna “ma a volte mi domando come mai i miei fratelli si chiamino semplicemente Robin e Kimberly”

E’ perché ti hanno adottata.

Mar 10

Campari Soda

Campari Soda

L’altro giorno ci si chiedeva se in aeroporto avrebbero fatto storie per qualche bottiglia di Campari Soda nel bagaglio a mano. Ogni bottiglia è 9,8 cl, quindi meno dei 100 ml permessi per ogni contenitore di liquidi da portare in cabina.

Qualcuno ha esperienze in merito?

(foto originale Campari Soda di * mario *)

Mar 06

I love shopping – il trailer nelle stazioni

Due settimane fa sono stato a Genova, in treno, i pochi minuti che sono stato in stazione sono stato bombardato dai trailer cinematografici più insulsi della storia, mentre Iago da significati nuovi e più intensi all’espressione “fare pena”, I love shopping mi costringe a raccontarvi cosa ho capito dal mezzo minuto di spezzoni ripetuto ossessivamente su tutti gli schermi piatti della stazione centrale di Milano, di Piazza Principe e Brignole di Genova.

Il film è ambientato a New York, città dove è facile ricoprire di paillette le miserie umane, come se uno stronzo con le lucine diventasse un albero di Natale, eccone quindi uno che vuole comprarsi lo scarpino di cartone “Mi servono un paio di scarpe di vernice nera 43”, appena la gente ha due lire deve farle vedere, così arriva la zoccola puttana di cui parla il film “tu parli il pradese?” e tu quanto ti pigli a bucchino? Poco dopo la stessa pugnetta scialba sta cercando nel freezer la sua carta di credito che aveva congelato, visto che è puttana rossa, che non si porta più, e non può spendere troppo, appena la libera le piglia un orgasmo di culo.

A questo punto i miei ricordi si fanno un po’ confusi, forse c’è qualche altra scena, forse no, comunque penso che sia davvero una bella cosa fare dei trailer con il volume sparato che si ripetono in continuazione in stazione, infatti apprezzi molto di più il fatto che il tuo treno sia in orario e il viaggio ti sembra più sensibile.

P.s. La vera trama di I love shopping

La vera trama del film? Zoccola è puttana e gli piace spendere i soldi, così si dimentica di andare a fare i bucchini e finisce tutti i soldi e si deve trovare un lavoro, pensa di andare a farsi fare delle foto dove mostra quanti peli tiene sulla fessa, ma dove prima ci stava la redazione di Blitz ora ci stanno quelli di Wired Italia, Vogue e Zantraglia Oggi, quelli, che pure non tengono voglia di fare un cazzo, appena la vedono pensano che è arrivata la nuova stagista e la mettono a scrivere degli articoli sui soldi, visto che quella che li scriveva prima sta in causa con il giornale perché il capo dopo tre anni che se la chiavava è scappato con un’ucraina che puliva le scrivanie dopo le sei.

Zoccola attacca a scrivere e da dei consigli alle femmine e ai femminielli che scrivono di amore e soldi, praticamente la stessa cosa, solo che coi secondi ci puoi pure pulirti il culo, e così diventa famosa, ma le banche vogliono ancora i suoi soldi così deve risparmiare e lavarsi i denti col Vernel. Un giorno mentre sta girando per i negozi sperando di trovare un portafoglio o qualche carta di 5 euro, incontra a uno che pensa di conoscere da quando era puttana e gli comincia a dire “uè pesciò, t’a vuò fa na pella?” “signorina, mi scusi ma credo di non conoscerla” “cazzo merda, m’aggio sbagliata” “ah, lei parla finlandese.” Da qui una commedia degli equivoci degna della simpatia di Maria De Filippi e del buon gusto di Aldo Busi.

Alla fine lei e lui si sposano, lei si magna tutti i soldi di lui e lui prende l’aids da lei.

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