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Archive for January, 2009

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Jan 27

Bisogna di una ragazza?

Bisogna di una ragazza

A chi si rivolge questo annuncio su Facebook? non lo so, ma di certo si rivolge in maniera molto cortese dandoci del lei, poi la forma, per la verità assai desueta, “bisogna” è segno di una qual discrezione che sicuramente i più timidi o quelli che sono alle prime armi con il mezzo internet apprezzeranno.

E non ci troviamo nemmeno di fronte ad un volgare mercimonio di donzelle, magari costrette dalla sorte a rinunciare alla loro virtù, non mi stanno proponendo una maggiorata vogliosa, sempre calda e bagnata, maestra di massaggio tailandese, di pratiche di origine biblica e con il pratico labbro salvagoccia.

No, mi stanno chiedendo se io necessito di una ragazza, un essere umano di sesso femminile per sublimare i miei bisogni, se ho bisogno di una ragazza con cui discutere di filosofia, se mi serve una donna che comprenda i miei scoramenti e mi consoli, se mi serve qualcuna che nelle fredde e solitarie notti milanesi mi stia accanto e tenga per mano. In questo momento non mi serve, ma forse domani potrei cliccare e dire sì.

Allora anche io probabilmente sarò uno di quelli che cercha e collega con una bella ragazza, perché nella vita non si può mai dare niente per scontato e bisogna sempre mantenere la mente sveglia, perché quando c’è da cerchare e collegare con lei, bisogna farlo proprio adesso, non puoi rimandare. Soprattutto se è la donna dei tuoi sogni, e tu ne bisogna.

(volevo creare il gruppo su Facebook per diventarne fan, ma purtroppo mi hanno preceduto.

Update: invece qualcuno ha scritto un post serio sull’argomento)

Jan 27

Me l’ero sempre chiesto, quando un buddista al Grande Fratello?

Una delle cose che ho sempre temuto, essendo buddista, è che la mia religione, perché religione è, fosse scambiata per una moda, per un modo di volersi distinguere o un capriccio adolescenziale, quindi ho sempre cercato di parlarne il meno possibile, un po’ perché non mi piace fare proselitismo e un po’ perché non voglio essere identificato come “il buddista”.

Visto dall’esterno a essere buddisti si fanno un sacco di cose strane, le preghiere, le riunione, ed è molto facile che gli aspetti folkloristici possano essere equivocati. Nel corso degli anni poi ne ho viste di sopracciglia alzate o sentiti di commenti poco felici su altri buddisti che si comportavano in modi anomali e i cui problemi, ansie, insicurezze, venivano associate tout-court con il buddismo e amen (è il caso no?).

Poiché Roberto Baggio è un figo e ci piace vederlo come il buddista buono che cade e si rialza sempre, spesso ci si dimentica che anche i buddisti hanno i loro problemi come tutti gli altri, si può fare un incidente d’auto, si può andare male ad un esame, si può essere buddisti e depressi. La cosa interessante è che con il tempo impari ad osservarti, a capire i tuoi limiti e a trovare la forza per metterli in linea ed affrontarli ad uno ad uno. Puoi anche sbagliare un calcio di rigore, però la tua vita non finisce lì, anzi ogni giorno ne ricomincia una nuova.

Però non è sempre così, perché affrontare i propri problemi non è facile, ed è lì che il buddismo diventa una religione e non una filosofia di vita, perché se ci credi, se hai fede che dentro di te troverai la forza di affrontare il problema che hai di fronte, allora ti alzi e lo affronti, anche se ti sembrerà di dover affrontare una tigre armato di un cucchiaino per il the, ma se non ci credi, se ti fai prendere dallo sconforto, se rinunci alla lotta prima, allora ciao. Dipende tutto da te e dipende da se hai deciso di affrontare i tuoi problemi o stai giocando a fare il buddista, perché è fico dire Nam Myoho Renge Kyo, avere l’odore d’incenso per casa, imparare le preghiere strane e riempirsi la bocca e la testa di parole esotiche.

Ho sempre avuto paura di vedere buddisti in televisione, perché sono persone normali e hanno i loro limiti, come me. Io sono sboccato, offensivo, privo di limiti e buongusto, per questo quando la Guzzanti è andata a sfottere Berlusconi, la Carfagna mi sono divertito un sacco, perché diceva delle cose che condividevo io(1) e che condividevano molti altri, però sotto sotto temevo che l’associazione “comica offensiva e maleducata” = “buddista” fosse automatica, ci può anche stare, ma è una buddista, una buddista che mi sta pure simpatica, ma non il buddismo, non tutti i buddisti.

Così ieri guardando Studio Aperto (sì lo so, scusate, ma era tardi e la 7 non da più niente d’interessante a quell’ora) ho visto che Daniela, l’hostess Alitalia del Grande Fratello, è buddista. Ora dico ma non poteva essere buddista il tipo che ci prova con tutte o quello completamente imbecille, no, la buddista è quella che mentre tutti vanno in cassa integrazione o vengono licenziati sta nella casa del Grande Fratello a grattarsi la pancia (e a farsi attaccare da Signorini, che è tutto dire).

Ora io posso anche capire che una persona possa pensare che la sua realizzazione nella vita passi attraverso il Grande Fratello, chi sono io per giudicare, però sarebbe anche il caso di fare certe scelte cum grano salis, perché una volta che esci allo scoperto, fai di tutto per metterti in mostra e sbagli, i pomodori cominciano ad arrivarti e non colpiscono solo te.

Insomma è solo per dire, se ce ne fosse il bisogno, che io non sto nella casa del Grande Fratello.

(1)io ancora sto aspettando che qualcuno vada dal padre della Carfagna che è preside di scuola e gli dica “Preside se le faccio un bucchino mi promuove direttamente, sua figlia mi insegna che si fa così”

Jan 26

La compagnia dei blogger poveri

L’altra sera sono andato ad una cena a Parma con dei blogger (non l’ho detto a Johnson altrimenti voleva venire pure lui, a far cosa poi non so), malgrado quel giorno fossi senza internet, nevicasse e avessi deciso di andare a piedi. Tralascio i particolari inutili della cena e veniamo subito al punto, apparentemente in maniera del tutto casuale, ma che alla fine si rivelerà guidata da una mano invisibile ci siamo disposti al tavolo secondo una suddivisione ben precisa.

Io come altri miei compagni di sventura eravamo dalla parte del tavolo riservata dal destino beffardo ai blogger poveri(tm). Come ci siamo riconosciuti come blogger poveri? ad esempio dall’altro lato c’era gente che aveva in mano tre cellulari, di cui un Iphone, un Blackberry e qualche altro smartphone, c’era una reflex Canon appoggiata sulla tavola e ci si scattava foto con qualsiasi cosa, dal telefono all’orologio, ad un certo punto mi è parso di sentire anche anche “sta un po’ ferma che ti faccio una foto con la webcam integrata con la retina che mi è arrivata settimana scorsa dall’America.”

Certo anche noi avevamo dei cellulari e delle macchine fotografiche, un esempio su tutti era chi sedeva alla mia destra, aveva un fantastico cellulare con GPS integrato, integrato da un post-it due per tre incollato sullo schermo monocromatico. Della ragazza che sedeva alla mia sinistra non vi parlo nemmeno, era così blogger povera, ma così blogger povera(tm) che non aveva nemmeno un blog, si doveva far bastare un profilo Facebook, quello accanto a lei addirittura era un tipo da forum.

Se state leggendo queste poche righe e vi state chiedendo se siete un blogger povero allora ponetevi le seguenti domande:

– Ho mai ricevuto l’assegno dal Google Adsense?
– Ho un cellulare con touchscreen?
– Ho un cellulare con più di 25 tasti?
– Mi hanno mai pagato per qualcosa che ha a che fare con il mio blog?
– Mi hanno mai regalato qualcosa per il mio blog?
– Mi hanno mai fatto provare qualcosa che mi sarei comprato/a di mia sponte?

Se non avete risposto di sì a nessuna di queste domande, allora anche tu sei un blogger povero(tm) e hai tutta la mia solidarietà, alle cene blogger sei autorizzato a fare dell’umorismo becero sui blogger ricchi o trovare conforto sulla spalla di un altro blogger povero(tm). Nel caso in cui avessi risposto di sì a una o più di queste domande ma dentro ti senti comunque un blogger povero(tm) scrivi il perché ed rischia di esporti al ludibrio dei veri blogger poveri(tm). Se invece sei un blogger ricco e vuoi insultare i blogger poveri(tm) lascia pure un commento o cose del genere, sarà pur sempre un’altra impressione per i miei adsense.

Jan 26

Postino polacco vuole troppo chiamarsi James Bond

kobieto, wstępuj w szeregi doręczycielek - donna, unisciti alle fila delle postine

In un rapporto di coppia ci sono sempre dei momenti di tensione dovuti molto spesso ad incomprensioni, questo capita ancora più di frequente quando i due poli della coppia sono nati in paesi diversi, con culture diverse e, purtroppo, con un senso dell’umorismo diverso. Così spesso io e Ola ci troviamo a discutere perché io trovo divertenti delle cose polacche che per lei sono normali, questo crea degli attriti che durano finché lei non trova qualcosa di altrettanto assurdo e ridicolo fatto da un italiano, di solito ci vuole poco.

Detto questo a qualcuno potrebbe venire in mente che si potrebbero evitare discussioni semplicemente tacendo i difetti dei connazionali altrui, soprattutto perché quando discutiamo è quasi sempre per una morte stupida o qualcosa di molto offensivo, tipo i calciatori italiani che si masturbano con il pallone, ma a dir la verità certe cose a casa nostra non riusciamo proprio a farle passare sotto silenzio, come la storia del postino polacco che vuole chiamarsi James Bond.

In breve: c’è un postino polacco che vuole cambiare vita. Lo so che in Italia può sembrare assurdo, ma in Polonia saper leggere un indirizzo e riuscire ad infilare delle lettere nella cassetta della posta giusta è pagato per quel che vale, cioè poco e un cazzo. Non è come in Italia dove malgrado la paga misera è un lavoro ambito e che “magari uscisse il concorso alle poste”. Così il postino Rafał Jarosinski ha deciso che malgrado il posto sicuro fare il postino non è quello che vuole dalla vita, anzi, se fare il postino è quello che gli ha dato la vita, be’ allora tanto meglio cambiare vita. Il ragionamento non fa un grinza no?

La scorciatoia per cambiare vita ideata da Jorosinski Rafał, postino, è quella di cambiare nome: una cosa solitamente non semplice ma che si complica molto in Polonia quando vuoi darti dei nomi un po’ particolari, infatti a meno che un bambino non abbia un genitore straniero non è possibile chiamarlo Ciro o Françoise. Si possono solo immaginare quali siano le difficoltà che sta affrontando il nostro postino per potersi cambiare il nome in James Bond.

A quanto pare chiamarsi James Bond può dare più senso alla vita di un postino polacco, inoltre sarebbe un fenomenale argomento di conversazione e un ottimo rompighiaccio con le ragazze “Ciao, mi chiamo Bond, James Bond, ehi, dico sul serio, vuoi vedere sulla carta d’identità?” Ora io mi chiedo, ma questo tipo si vuole chiamare James Bond di nome? cioè James Bond Jorosinski? pensa che dopo diventerà una spia? crede che poi avrà automaticamente una qualche licenza di uccidere, di caccia e pesca o almeno di guida? oppure lo fa solo perché il suo vodka e Martini sarà più buono? E infine ma quando si presenterà come James Bond a qualcuno, davvero crede che l’altro non lo prenderà per un cretino?

(Nella foto un anonimo poster polacco del ’53 che invita le donne a diventare postine, il testo dice “kobieto, wstępuj w szeregi doręczycielek” cioè “donna, unisciti alle fila delle postine”, la traduzione ovviamente è di Ola)

Jan 22

Report Dopplr 2008

dopplr

Pochi giorni fa mi è arrivato il report annuale dei miei spostamenti da Dopplr. Dopplr è un sito particolare, la cui utilità per molti è pari a zero, ma dietro al quale c’è un costante lavoro di miglioramento che lo rende uno dei miei siti preferiti. Dopplr è un sito dove appuntare i propri spostamenti, i propri viaggi e trasferte, è un sito utile per lo più per chi viaggia molto, vuole avere un po’ sott’occhio i propri spostamenti e, magari, condividerli con gli amici.

E’ probabile che molti lo vedano come una perdita di tempo, l’ennesimo sito dove registrarsi e perderci tempo, in realtà l’uso di Dopplr è talmente semplice e veloce che aggiornarvi i propri spostamenti è praticamente indolore. Nel corso del tempo poi il team di sviluppo ha aggiunto tutta una serie di integrazioni con altri siti che ne ha arricchito di molto l’esperienza d’uso, google calendar, facebook, flickr, wordpress sono solo alcuni dei possibili servizi online con i quali scambiare informazioni. Infine visto che è un sito di viaggi e spostamenti, naturalmente non manca la possibilità di leggere consigli e suggerimenti degli altri utenti o di lasciarne di propri.

A guardarlo adesso Dopplr, per quanto ancora molto snello e funzionale è molto più ricco di contenuti rispetto a quando è nato e continua a fare piccoli regali ai propri utenti, come questo pdf colorato che riassume gli spostamenti dell’anno.

Così è inevitabile, lo apro lo guardo e ho voglia di ripartire, di vedere posti nuovi, di tornare dove sono stato, magari per mangiarmi quel wurstel a Berlino che non ho preso o per vedere finalmente i castori che mi hanno fatto rompere la macchina o quello che ancora non ho visto, mangiato o vissuto. Insomma l’obiettivo di quest’anno sarebbe stare in giro più dei centoventuno giorni dell’anno scorso, a pensarci meglio però la cosa che vorrei di più sarebbe stare davvero a casa mia adesso che ne ho una.

(Se volete darci un’occhiata il mio 2008 è questo: Dopplr report 2008)

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