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Posts Tagged ‘treno’

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Oct 26

A quel punto si aprirà un portale

Mi hanno detto che devo andare in un posto giovedì, forse. Per arrivarci la strada più breve pare che sia prendere un treno, poi un autobus e poi una carrozza tirata da quattro cavalli neri, arriverò in un bosco dove troverò una vergine che starà sgozzando una capra bianca su una pietra bagnata tre notti dalla luna piena, lì devo disegnare un cerchio col sangue della capra e fare tre salti all’indietro.

A quel punto si aprirà un portale che porta direttamente alla sala mensa del cliente, è l’ingresso fornitori.

Mar 18

Nervosi

Erano nervosi
sul treno in ritardo,
se la prendevano
col povero controllore
come se fosse
il signor Ferrovie.
A questo punto
potevano anche
prendersela
con il binario.

(disclaimer: I racconti del treno sono stari scritti su un Milano-Salerno, con l’obiettivo di scrivere cento racconti brevissimi durante il viaggio. Sono arrivato ad una trentina. Questo è il risultato)

Mar 06

I love shopping – il trailer nelle stazioni

Due settimane fa sono stato a Genova, in treno, i pochi minuti che sono stato in stazione sono stato bombardato dai trailer cinematografici più insulsi della storia, mentre Iago da significati nuovi e più intensi all’espressione “fare pena”, I love shopping mi costringe a raccontarvi cosa ho capito dal mezzo minuto di spezzoni ripetuto ossessivamente su tutti gli schermi piatti della stazione centrale di Milano, di Piazza Principe e Brignole di Genova.

Il film è ambientato a New York, città dove è facile ricoprire di paillette le miserie umane, come se uno stronzo con le lucine diventasse un albero di Natale, eccone quindi uno che vuole comprarsi lo scarpino di cartone “Mi servono un paio di scarpe di vernice nera 43”, appena la gente ha due lire deve farle vedere, così arriva la zoccola puttana di cui parla il film “tu parli il pradese?” e tu quanto ti pigli a bucchino? Poco dopo la stessa pugnetta scialba sta cercando nel freezer la sua carta di credito che aveva congelato, visto che è puttana rossa, che non si porta più, e non può spendere troppo, appena la libera le piglia un orgasmo di culo.

A questo punto i miei ricordi si fanno un po’ confusi, forse c’è qualche altra scena, forse no, comunque penso che sia davvero una bella cosa fare dei trailer con il volume sparato che si ripetono in continuazione in stazione, infatti apprezzi molto di più il fatto che il tuo treno sia in orario e il viaggio ti sembra più sensibile.

P.s. La vera trama di I love shopping

La vera trama del film? Zoccola è puttana e gli piace spendere i soldi, così si dimentica di andare a fare i bucchini e finisce tutti i soldi e si deve trovare un lavoro, pensa di andare a farsi fare delle foto dove mostra quanti peli tiene sulla fessa, ma dove prima ci stava la redazione di Blitz ora ci stanno quelli di Wired Italia, Vogue e Zantraglia Oggi, quelli, che pure non tengono voglia di fare un cazzo, appena la vedono pensano che è arrivata la nuova stagista e la mettono a scrivere degli articoli sui soldi, visto che quella che li scriveva prima sta in causa con il giornale perché il capo dopo tre anni che se la chiavava è scappato con un’ucraina che puliva le scrivanie dopo le sei.

Zoccola attacca a scrivere e da dei consigli alle femmine e ai femminielli che scrivono di amore e soldi, praticamente la stessa cosa, solo che coi secondi ci puoi pure pulirti il culo, e così diventa famosa, ma le banche vogliono ancora i suoi soldi così deve risparmiare e lavarsi i denti col Vernel. Un giorno mentre sta girando per i negozi sperando di trovare un portafoglio o qualche carta di 5 euro, incontra a uno che pensa di conoscere da quando era puttana e gli comincia a dire “uè pesciò, t’a vuò fa na pella?” “signorina, mi scusi ma credo di non conoscerla” “cazzo merda, m’aggio sbagliata” “ah, lei parla finlandese.” Da qui una commedia degli equivoci degna della simpatia di Maria De Filippi e del buon gusto di Aldo Busi.

Alla fine lei e lui si sposano, lei si magna tutti i soldi di lui e lui prende l’aids da lei.

Jan 30

Tipa X

E c’era ‘sta tipa bassina, con gli occhiali e dietro si portava questa cosa abnorme, che tu scrivi con la destra e sei sul sedile lato corridoio, questa passa e necessariamente ti urta e fai uno sguaro sul foglio. Puttana

(disclaimer: I racconti del treno sono stari scritti su un Milano-Salerno, con l’obiettivo di scrivere cento racconti brevissimi durante il viaggio. Sono arrivato ad una trentina. Questo è il risultato)

Nov 14

Dichiarazione

Alle due ho il treno per Salerno, Alta Velocità, ma intanto salvo ritardi saranno pur sempre sette ore. Arrivo previsto ore ventuno. Insomma un sacco di tempo libero.

Quindi dichiaro che sul treno, quaderno alla mano, mi impegnerò a scrivere cento microscopici racconti.

Se arrivo a cento li metto insieme e li mando a qualche editore, se non arrivo a cento li posto sul blog così per un po’ di tempo non devo scrivere nulla.

Non è facile, gli scogli maggiori sono il sonno, gente fastidiosa accanto e perdere il treno.

Tra l’altro oggi sto così bene che sto pensando di lasciare il computer a casa per tutto il fine settimana.

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