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Posts Tagged ‘metro’

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Nov 05

Un giorno migliore

Stanotte ha vinto Obama quindi:

– mi sono svegliato in tempo per fare la barba
– a Milano il cielo grigio era meno grigio
– pioveva, ma ho preso un ombrello del residence
– in metro le luci sembravano più forti

I milanesi sembravano più distesi, anzi no, come dire tra lo stupito e il bastonato, come se il presidente nero li avesse risvegliati e li avesse messi davanti alla loro meschinità, razzisti, senza speranze, chiusi, lì fuori c’è un altro mondo e loro non sono in lista.

Nov 04

Ieri in metro è salita una zingara a chiedere soldi

Ieri in metro è salita una zingara a chiedere soldi, ha ripetuto la lezioncina imparata a memoria e poi si è avviata per il vagone: non uno gli ha dato un centesimo. A volte mi stupisco della maturità cinica a cui può arrivare questa città.

Mentre pensavo a questo mi sono ricordato di un’altra città dove picchiavano gli accattoni in metro, i primi episodi furono ignorati dai più, i giornali cominciarono ad occuparsene quando in cinque pestarono a sangue una ragazzina. Non si capì bene come passò la voce, se ci fu un tam-tam tra gli amici, qualche sito internet, un giornale di sinistra disse che la polizia aveva trovato degli sms su qualche cellulare, ma non se ne seppe più nulla.

Gli episodi si moltiplicarono e nel giro di una settimana gruppi anche di dieci o quindici persone, comuni passeggeri, per lo più ragazzi tra i quindici e i trent’anni, ma anche donne e persone più anziane, circondavano e malmenavano con estrema violenza chiunque chiedesse l’elemosina o suonasse qualcosa con l’aspetto dello zingaro. In breve anche gli artisti della metro, dai musicisti a chi interpretava piccoli spettacoli teatrali, sparì dalla circolazione e migrò altrove.

La situazione degenerò in fretta, le violenze erano diventate quotidiane, in diversi punti della città, nelle stazioni del centro come in periferia, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Gli zingari avevano cominciato a chiedere l’elemosina in gruppi, la solita donna con bambina, accompagnata spesso da due o tre uomini, che dopo un po’ cominciarono anche a girare con dei coltelli ben in vista. Gli andava bene quando li fermava qualche controllore ai tornelli della metro, quando capitavano sul treno sbagliato era come chiudersi in trappola.

Gli ultimi episodi furono tragici, una mattina, verso le undici sei zingari, una donna, una bambina e quattro uomini furono trovati morti in uno dei vagoni della linea uno, uccisi a colpi di arma da fuoco.

Dalle telecamere di sorveglianza delle stazioni della metro si sono potuti ricostruire in parte i fatti. Dopo la partenza del treno sono saliti e scesi diversi passeggeri, tra questi gli inquirenti non riuscirono ad individuare nessun gruppo riconoscibile. Alla stazione Malaspina sale il gruppo di zingari, che sembra abbastanza nervoso. Alla stazione successiva, Malebranche, scendono tutti i passeggeri dal vagone, nessuno sembra portare delle armi. Nelle successive stazioni il traffico passeggeri si svolge normalmente, tranne per il fatto che tutti evitano il terzo vagone dove ci sono i cadaveri, nessuno da l’allarme, molti sembrano sapere di dover evitare il vagone, chi vi si avvicina troppo, dopo aver guardato si volta e va verso un’altra carrozza.

I soccorsi furono chiamati solo quando il treno arrivò al capolinea, trentacinque minuti dopo che aver lasciato la stazione Malebranche, non c’era più molto da fare se non costatare i decessi. Venti colpi sparati a distanza ravvicinata da quattro o cinque armi da fuoco, tutti a segno. Prima furono uccisi gli uomini che accennarono a qualche reazione, poi le donne, praticamente un’esecuzione.

Due giorni dopo in una piazza del centro la comunità rom organizzò una manifestazione, erano poco più di un centinaio di persone, il corteo fu scortato dalla polizia fino a Piazza Prefettura, lì trovarono la piazza bloccata dai tre lati da cassonetti e barricate improvvisate. Poi cominciarono a caricarli da dietro, fu una bolgia infernale: le donne urlavano, gli uomini cercavano di forzare i blocchi, i bambini piangevano. Secondo le stime gli aggressori furono circa un migliaio, quelli che assalirono i rom alle spalle sono stimati in circa trecento. Nessuno fu mai rintracciato e qualcuno mormorò che le forze dell’ordine e i politici avevano voluto coprire il caso, la verità è che tutta la città copriva e copre le aggressioni e il massacro di Piazza Prefettura.

Oct 28

Appunti dall’esilio

Sembra stupido che uno si possa sentire in esilio nella sua nazione ma tant’è.

Stamattina anche lo speaker della metro rossa era incazzato, arrivati a Bisceglie se ne è uscito un “Capolinea, scendere dal treno” schifatissimo. Come se tutti quelli che erano sul treno, fossero arrivati a Biscegli con l’unico obiettivo di restare sul suo treno più a lungo possibile.

Che poi cosa ti incazzi? perché sei scocciato? hai un lavoro, porti a casa dei soldi, certo non è il lavoro più bello del mondo, va bene, allora studia, prenditi una laurea, io mi sono laureato lavorando, puoi farlo anche tu. Non scaricare la tua frustrazione su di noi che stiamo andando a lavorare. E non hai nemmeno la scusa che sei stanco, perché non hai fatto il turno di notte, la metro apre alle sei e mezza e alle nove tu hai lavorato due ore e mezza. Se io sono scocciato dopo due ore e mezza di lavoro il mio capo mi fa un cazziatone che me lo ricordo. Quindi sorridi.

Nei treni della metro di Milano in alto ci sono gli spazi pubblicitari, ma molti sono vuoti, altri hanno pubblicità di centri estetici o negozietti improbabili, ad esempio la catena dei riparatori di zainetti. A me quegli spazi vuoti e le pubblicità un po’ squallide mettono addosso un’aria di tristezza e di declino.

Nelle stazioni della metro invece ci sono le pubblicità, che strano però fare il confronto con le pubblicità a Varsavia, lì in ogni stazione della metro, si vedono dalle due alle quattro pubblicità di libri, una volta ne ho viste quattro. A Milano ne ho vista una, anzi no, mi sono sbagliato era la serie televisiva tratta da Romanzo Criminale.

Fuori dalla metro, alla fermata degli autobus, personaggio. Camicia bianca, cravatta nera, maglioncino sottile con scollo a V, che lasciava scoperti i polsini della camicia, chiusi, pantalone, jeans strappato blue, a vita bassa, che lasciava intravedere un filo di camicia tra maglioncino e cintura, nera non troppo larga, fibietta d’oro, scarpe da ginnastica bianche, candide, occhiale a goccia, capello corto con pinna centrale.

L’impressione è che siamo sull’orlo di un baratro, anzi che stiamo precipitando in un buco nero. Certo, stiamo precipitando, ma vuoi mettere come sto bello coi miei Ray-Ban?

Nota personale. Mi è stata fatta una proposta, non me la sono sentita di prenderla in considerazione.

Jul 24

Trasporti pubblici

Tappezzeria metro Berlino

Se andate a Berlino, come in ogni capitale moderna, potete muovervi agilmente nella città utilizzando i mezzi pubblici.

Una comoda (e gratuita) mappa la trovate in qualche starbucks o similia, non preoccupatevi di entrare e prenderla senza ordinare nulla, di solito è vicino alle porte d’ingresso.

Il biglietto singolo costa 2,10 euro, dura però due ore, il giornaliero 6 e qualcosa, ci sono poi degli speciali biglietti per i turisti, da 48 o 72 ore, ma costano qualche euro in più di due o tre giornalieri, ma danno degli sconti in alcuni musei o attrazioni per turisti, c’è poi un biglietto che costa ancora di più ma permette di entrare gratis nei musei dell’isola, io non li ho visti perché volevo vedere la città e starmene in giro, meritano da soli però il ritorno a Berlino.

Ad ogni fermata di autobus trovate il percorso degli autobus che passano di lì, tenete d’occhio il 100, è l’autobus che fa il percorso più turistico, si prende con il biglietto normale, passa ogni due minuti e passa vicino a molti monumenti importanti dallo zoo al Reichstag, costa niente e quello che risparmiate non prendendo un autobus per turisti potete spendervelo in wurst(el) e birra.

Lo so, vi piace la metro, come in tutte le metropoli civili Berlino ha le sue linee di metro, le U-Bahn e la S-Bahn. I primi due giorni abbiamo usato le U-Bahn, per poi leggere sulla mappa gratuita che la S-Bahn è quella che usano i berlinesi per andare velocemente da una parte all’altra della città.

Non so se sia vero, ma usando la S-Bahn la qualità del nostro muoverci a Berlino è migliorata notevolmente. Treni più belli, stazioni più nuove e grandi, spostamenti più rapidi. Fate il confronto, alcune stazioni della U-Bahn risalgono ai primi del secolo e anche la storia della metro, divisa e funzionante solo nella parte ovest, quando la città era divisa, è interessante per conoscere questa città.

Unica pecca, solitamente U-Bahn e S-Bahn condividono delle scelte pessime in fatto di plasticaccia che riveste i sedili delle carrozze. Sic.

(foto originale Tappezzeria metro Berlino di francescomucio)

Jul 24

Va a Londra per migliorare l’inglese e muore pisciando sui binari della metro

Che la Polonia sia un paese sfortunato e vessato dalla storia è vero, che i polacchi però ci mettano del loro per farsi prendere per il culo dal resto del mondo è ancora più vero. Non contenti della storia dell’aspirapolvere, di quello che andava in giro a toccare il culo alle ragazze come tentativo di approccio, arrestato, di quello che si è fatto accoppare con uno storditore elettrico in un aeroporto canadese perché non sapeva dove fosse l’uscita, i polacchi tentano ancora.

Pare che un insegnate d’inglese polacco sia andato in Inghilterra per migliorare il suo inglese, cosa buona e giusta, senonché, migliora qua, migliora là, mentre si trovava alla stazione di Vauxhall ha sentito il bisogno impellente di liberare la vescica. Così si è messo in un punto poco visibile, lontano da occhi e telecamere e ha liberato il fiume che rischiava di straripare.

La corrente a 750V che c’è su alcuni binari inglesi ha fatto il resto.

(Qui l’originale)

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