Mare

Andammo al mare per poterci rilassare, piantare l’ombrellone, fare un tuffo, stendere le asciugamani, mangiare la frittata di maccheroni. Arrivammo presto, non c’era nessuno sulla spiaggetta, a parte quattro balene spiaggiate. E’ quando arrivarono le televisioni, dopo i curiosi, gli ambientalisti, i pompieri e la polizia che capimmo che la giornata di mare era andata a puttane.

(disclaimer: I racconti del treno sono stari scritti su un Milano-Salerno, con l’obiettivo di scrivere cento racconti brevissimi durante il viaggio. Sono arrivato ad una trentina. Questo è il risultato)

Ora, dove sono ora?

Scordarsi di se stessi
in un attimo di pace
quando il sole brucia forte
e l’acqua al collo sale.

Scordarsi di se stessi
quando fuori é notte
e il minimo rumore
ti porterà lontano.

Scordarsi di se stessi
nell’ultimo momento
in cui afferi la coda
di un’e senza l’accento.

Dialoghi con la vicina

– Buongiorno.
– Buongiorno.
– Stiamo traslocando ad Ochota.
– Vi fate un viaggetto per settembre?
– No, no, ci trasferiamo ad Ochota*.
– Ah, al mare.
– Sì, sì, arrivederci.
– Arrivederci.

*Un quartiere di Varsavia.

L’estate che non ti aspetti II

Lo sapevate che anche a Reykjavik si fanno i castelli di sabbia?

(foto originale Playing at the beach di Anton Brink)

L’estate che non ti aspetti I

Voi lo sapevate che in Iran il mare è così?

P.s. E’ che me ne voglio andare al mare e in ufficio la temperatura è assurdamente calda rispetto a fuori

(foto originale Khezr Beach, Hormoz Island, Persian Gulf, Iran di Hamed Saber)