• Home
  • In ufficio
Blue Orange Green Pink Purple

Posts Tagged ‘lavoro’

You can use the search form below to go through the content and find a specific post or page:

Nov 20

La mia collega di Galline in fuga

La mia collega che sta due scrivanie più in là questo fine settimana è partita per un progetto negli Stati Uniti, così per il prossimo mese l’ufficio perderà parte della sua meraviglia.

Questa mia collega non è figa, non è di quelle che hanno due metri di stacco di coscia o di quelle con la faccetta di porcellana, né di quelle che ti salutano sempre o stanno lì a chiederti come stai, a farti la battutina o cose del genere: detta così sembra che il mio ufficio sia pieno di ex modelle che non c’hanno altro da fare che importunarmi nei corridoi, purtroppo no.

Questa mia collega sta due scrivanie più in là e di solito nemmeno la vedo visto che ho di fronte una parete divisoria dove attacco frasi stupide, ogni tanto la sento che chiacchiera con l’amichetta sua, un’altra collega che fanno tazz’e cucchiara, come si dice dalle mie parti, che vuol dire più o meno che vanno sempre in coppia a prendersi il tè, si scrivono in chat anche se sono ad un metro di distanza e escono insieme anche fuori da orari d’ufficio. L’altra settimana che eravamo alla convention aziendale parlavano scrivendo su un block notes che nasceva per prendere appunti. Oggi che una è partita l’altra ha una sciarpa al collo, che sembra tanto una coperta di Linus.

La mia collega che è partita ha gli occhi grandi, non tipo i Simpson, più come i personaggi di Galline in fuga a metà tra lo spaventato e lo stupito. E io, quando passo e vedo che ha quel’espressione trasognata, penso sempre che dietro ai soliti report, che non fanno quello che devono, o ad un intelligence server che si rifiuta di essere tale ci dev’essere qualcosa che non vedo ma che dev’essere davvero incredibile.

Nov 18

Lavoro troppo

Stanotte ho sognato che mi sentivo davvero uno in gamba dopo aver eliminato tutte le connessioni di rete del mio computer, così era più veloce e reattivo. Poi mi sono accorto che così non potevo lavorare, allora dovevo ricreare almeno quella per la rete wireless, mentre lo facevo mi è venuto in mente che dovevo ricreare anche tutte le connessioni vpn con i clienti per i quali lavoro. Allora ho pensato che avevo fatto davvero una stronzata.

Jul 30

Lavoro

porco_farmville

L’ultimo progetto che sto seguendo è un esaurimento, data mapping sbagliati, tabelle con campi mancanti o campi in più, chiavi primarie errate e chiavi esterne al contrario. DB2 non collabora e io che ci sbatto sopra la testa tra l’andare a spaccare la faccia a qualcuno a Mafia Wars e l’allegra fattoria con il porco che ha l’influenza suina.

Credo dovrei staccare, fare qualcosa di diverso, trovarmi un hobby, studiare una lingua straniera. Ad esempio adesso vado all’esame del corso di polacco.

Jun 15

Il capo americano

uscire la sera a Mooresville

La prima settimana che sono stato negli Stati Uniti il capo americano che aveva bisogno di un consulente dalla Polonia era in ferie, così ci siamo conosciuti solo il lunedì successivo. Naturalmente mi ero preparato per bene, la sera prima ero stato all’irish pub a Charlotte e quindi ero di buon umore, il mio inglese continuava a zoppicare ma ero fiducioso e speravo che andasse tutto bene.

Il mio capo non era da solo ma con un altro capo, per me sono tutti capi tanto i titoli me li ricordo poco e a voi non vi interessano, ci siamo seduti di sotto al bar interno e mi hanno chiesto un po’ come stava andando e come trovassi gli Stati Uniti. Il mio capo era sulla quarantina, magro curato, aveva passato il fine settimana a casa con il figlio, l’altro capo invece era quello che aspettavo di conoscere. Non perché sapessi della sua esistenza o perché mi avesse mandato delle mail o altro, ma solo perché era da più di una settimana che aspettavo di conoscere un americano come quelli dei film.

In ufficio, per strada, per strada, è vero, avevo visto americani e americane, i miei colleghi sembravano essere usciti da qualche strip sugli uffici, di quelle dove gli animali poi parlano e fanno dei commenti a mezza bocca, in giro per Charlotte avevo visto ragazzi di colore con vecchie Cadillac ammaccate e da Wal-Mart avevo visto le signore che comprano il latte in bottiglioni da 3/5 litri. Quello che mi mancava però era il mio capo, l’americano che si vede sempre nei telefilm, con la camicia aperta sotto la giacca, la pelle abbronzata, la fronte aperta, i capelli un po’ di lato, gli occhi azzurri, i gesti che hai sempre visto fare in televisione e le parole che quando le senti doppiate in italiano sai che stanno perdendo qualcosa, che in inglese suonano molto meglio, molto più naturali, molto più giuste, molto più americane.

Così dopo aver parlato un po’ di lavoro, il capo della televisione mi ha dato un po’ di consigli su dove uscire al sera e cosa fare, preso un foglio mi ha disegnato la mappa che ho messo qui sopra. E’ la zona tra Charlotte, Mooresville e il lago Norman. Se non vi è chiaro qualcosa posso raccontarvi come sono i vari locali.

May 05

Sicurezza sul lavoro

Altri operai, testimoniando, hanno confermato che le date dei controlli dell’Asl si conoscevano in anticipo, che nelle riunioni di sicurezza «si firmava un foglio di presenza e basta» e che le condizioni di lavoro in Germania erano migliori.

A me dispiace leggere certe cose, però mi sembra la conferma che l’Italia stia diventando sempre più un paese del terzo mondo e che siano in tanti quelli, che per salvarsi la loro piccola castagna, stiano spingendo sempre di più il paese in questa direzione.

Le condizioni di lavoro sono meglio in Germania? allora meglio lavorare lì, ma poi si è lontani da casa, se stai qui, però, almeno lotta per i tuoi diritti, paura di perdere quel poco che hai? cosa pensi che provino i disgraziati che lavorano nelle miniere in Africa e che si fanno umiliare, frustare e sottomettere ogni giorno per il minimo che gli permetta di sopravvivere? esatto, anche loro hanno paura di perdere quel poco che hanno.

In questi casi si può abbassare la testa e sperare che non succeda niente di più grave oppure trovare il modo di cambiare le cose. Io nel mio piccolo le mie cose le ho cambiate cercandomi un posto diverso dove vivere e un lavoro dove poter crescere ancora. Chi decide di stare in Italia spero che voglia fermare in qualche modo questa deriva. Io al momento non è che abbia molte speranze.

« Newer Posts | Older Posts »

Mucio

  • Search


  • Archives
    • July 2014
    • January 2014
    • November 2013
    • April 2013
    • June 2012
    • May 2012
    • April 2012
    • June 2011
    • April 2011
    • March 2011
    • January 2011
    • December 2010
    • November 2010
    • October 2010
    • September 2010
    • August 2010
    • July 2010
    • June 2010
    • May 2010
    • April 2010
    • March 2010
    • February 2010
    • January 2010
    • December 2009
    • November 2009
    • October 2009
    • September 2009
    • August 2009
    • July 2009
    • June 2009
    • May 2009
    • April 2009
    • March 2009
    • February 2009
    • January 2009
    • December 2008
    • November 2008
    • October 2008
    • September 2008
    • August 2008
    • July 2008
    • June 2008
    • May 2008
    • April 2008
    • March 2008
    • February 2008
    • January 2008
    • December 2007
    • November 2007
    • October 2007
    • September 2007
    • August 2007
    • July 2007
    • June 2007
    • May 2007
    • April 2007
    • March 2007
    • February 2007
    • January 2007
    • December 2006
    • November 2006
    • October 2006
    • September 2006
    • August 2006
    • July 2006
    • June 2006
    • May 2006
    • April 2006
    • March 2006
    • February 2006
    • January 2006
    • December 2005
    • November 2005
    • October 2005
    • September 2005




  • Home
  • In ufficio

© Copyright Mucio. All rights reserved.
Designed by FTL Wordpress Themes brought to you by Smashing Magazine

Back to Top