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Posts Tagged ‘gesù’

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Jan 30

Una volta

Una volta Gesù e Maometto litigavano su chi avesse fondato la religione più bella e non riuscivano e decidersi, allora chiesero un parere a uno che passava di lì. Gli esposero la questione e il tipo, dopo averci pensato un attimo disse “scusate, potere ripetere, non ho capito niente, stavo sentendo con il mio orecchio razionale”.

(disclaimer: I racconti del treno sono stari scritti su un Milano-Salerno, con l’obiettivo di scrivere cento racconti brevissimi durante il viaggio. Sono arrivato ad una trentina. Questo è il risultato)

Sep 23

Seconda settimana di corso

vespa

Metto la foto di una vespa parcheggiata non lontano dall’ufficio per non rimettere di nuovo un computer smorto, tanto alla fin fine la schermata mostrata sarebbe stata poco diversa. Questa settimana ho prenotato per Barcellona e sono stato presentato ai colleghi.

Più che prenotare in realtà ho semplicemente compilato un modulo sulla intranet aziendale, poi qualcuna delle ragazze delle risorse umane mi prenoterà il volo, quando avrò finito e passato questo corso, e dirà all’Hilton di Barcellona che anche per il nuovo consulente italiano assunto a Varsavia servono lenzuola pulite e asciugamani profumati per quando uscirà dalla piscina.

Ma non sono tutte rose e fiori, non avrò una singola, ma dovrò dividere la camera con qualcuno e dovevo sceglierlo nel modulo online. Non conoscendo quasi nessuno in azienda e non avendoci comunque confidenza, ho fatto a modo mio, mi sono aperto la lista e ho cercato tra i colleghi quelli con i nomi più belli.

Ho una collega che si chiama Mamta, credo che sia un nome femminile, ma anche se fosse maschile dev’essere fantastico lo stesso: “Ciao Mamta tutto bene?”, “Capo ti ha cercato Mamta”, “Chi è stato? E’ stata Mamta!” I colleghi italiani del corso mi hanno chiesto come mai non ho scelto Mamta, gli ho detto che, oltre perché gli sarei scoppiato a ridere in faccia, era anche per una questione di rispetto, ancora ancora fosse stata soreta.

Così ho ripiegato su un collega che si chiama Jesus, così la mattina posso dirgli “Svegliati Gesù che i discepoli ti aspettano” oppure la sera possiamo andare a mangiare pesce senza problemi per la nota spese. Spero tanto che Gesù non si faccia pregare o che non faccia il Giuda.

Per quanto riguarda l’essere presentato ai colleghi, il mio team leader che sta a Barcellona ha scritto queste due righe, dopo aver letto il mio curriculum:

Francesco has graduated from Università degli Studi di Salerno (Master degree). Francesco has also 7 years of work experience in various companies – as data warehouse analyst, developer, PL/SQL and Oracle forms developer. He also had episode with checking of Italian translations of video games.

Devo dire che ha il dono della sitesi, ma soprattutto mi pare strano che ci sia gente che mi prende sul serio, ancora più strano mi sembra il fatto che io certe cose le sappia fare davvero o quasi.

Intanto ho fatto anche la prima riunione in azienda, con una ragazza che raccontava ai colleghi il progetto sul quale stava lavorando in Svizzera. Nemmeno si è presentata che sono arrivate le pizze, polacche ma tant’è, poi molti la interrompevano, si sfottevano, facevano battutine. E dire che quando lavoravo nell’azienda di videogiochi i colleghi polacchi erano per lo più silenti e immobili. Chi li capisce.

Finisco di corsa questo post e vado a letto, sono in ritardo con la tabella di marcia, ormai è finita anche la terza settimana di corso. Comunque il secondo esame l’ho passato di nuovo con 94, giusto a conferma.

Sep 10

I mesti

A volte nell’autobus vedo delle persone e comincio ad inventarmi delle storie da dei dettagli, ne ho alcune bellissime come quella del soldato con il volantino “Ci pensi a Gesù”, o qualcosa di simile, che parlava al cellulare con qualcuno e gli chiedeva “Ma io ci penso a Gesù? tu che dici? no, non lo so, non ho chiesto, quando torno lo faccio. Ma secondo te io ci penso? Perché io credo di pensare a delle cose ogni tanto, però non mi ricordo se ci penso a Gesù. Sì, sì, sono cristiano, solo che in caserma ci stanno sempre un sacco di cose da fare. Tu quando ci pensi a Gesù? ah, in chiesa, eh, sì, ce l’abbiamo la cappella, solo che non ci sono mai andato finora che non avevo tempo. Ma quanto tempo ci devo pensare secondo te? basta un pensiero solo, tipo quando dici – Gesù – o ci vuole una cosa più consapevole? Tu come ti regoli, ma sei sicuro?” Ed è andato avanti per una buona mezz’ora ed è sceso che ancora parlava.

A volte però si incontrano dei tipi indecifrabili, ad esempio oggi c’era questa coppia, sull’autobus per l’aeroporto, con delle facce tristi, ma non propriamente affrante o piangenti, ma un po così, spente e con un velo di dolore misto a solitudine negli occhi, come se l’altro gli avesse fatto qualcosa di grave e che non ci fosse più nulla da fare o da dire. E la mia mente è partita.

Lei è triste, lui non prova più nulla per lei, lei lo sa e non può farci niente, da tempo le cose andavano un po’ a rotoli, si stavano allontanando e anche lei era diventata più fredda, il lavoro e gli impegni quotidiani avevano trasformato la primavera di due anni prima nell’autunno ormai alle porte qui a Varsavia, questo viaggio che doveva essere un momento per staccare dalla routine di tutti i giorni in realtà non aveva fatto altro che rendere più visibile il fossato che avevano scavato tra di loro.

Poi però ho guardato lui e ho visto che era triste e mesto allo stesso modo e ho ricominciato. Lei l’ha tradito, lui non se lo aspettava, come molti uomini fino all’ultimo si era illuso che i problemi sparissero semplicemente chiudendo gli occhi, ma alla fine ci era andato a sbattere contro a tutta velocità: nella sua testa questo viaggio a Varsavia doveva essere il pretesto per poterle chiedere di sposarlo, ma proprio quando le aveva posto la fatidica domanda lei non se l’era sentita di continuare a tenere in piedi la farsa della quale erano ormai contemporaneamente attori e pubblico, poi un po’ alla volta, nei giorni seguenti lei le aveva raccontato tutto, degli ultimi tempi, del suo vecchio amico che si era rifatto vivo, delle trasferte di lui e di come poi tutto le era scivolato tra le mani.

Nel frattempo un pensiero mi attraversa la testa, ma come mai quando c’è una donna triste il primo pensiero è “adesso trova un altro che le fa tornare la voglia di vivere” che tradotto vuol dire “trova uno che se la scopa meglio di quello di prima e le torna la voglia di vivere”, mentre per un uomo triste si pensa semplicemente “adesso questo prende e si butta dalla finestra/si infila sotto un camion/si schianta con la macchina contro un albero”? Sarà stato un pensiero maschilista, ma alla fin fine non è molto maschile augurare ad un altro uomo di fare del sesso, mentre è più facile augurarlo ad una donna, con la speranza di finirci di mezzo.

Alla fine però nessuna delle due storie mi convinceva, entrambi erano così privi di qualsiasi entusiasmo, forse solo stanchi, ma si completavano così bene l’uno con l’altra, che a poco a poco dentro di me è germogliato il dubbio, ma vuoi vedere che in fondo in fondo hanno ragione loro? Alla fin fine questo mondo non è bello come ci vogliono fare credere, convincerci che domani sarà meglio di oggi, quando tutto invece dice l’esatto contrario, non funziona più, cerchiamo di essere delle Pollyanna, ma in realtà siamo solo degli sciocchi che non vedono a un palmo dal proprio naso. Meglio accettare il mondo com’è e cercare di sorridere solo in quei brevi momenti di felicità che ci vengono concessi raramente quasi ogni giorno.

Poi mi sono messo a guardare una vecchia scheletrica con le sopracciglia dipinte e mi sono distratto.

Mucio

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