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Blue Orange Green Pink Purple

Incredibile quello che succede in questo libro

Nel settimo capitolo di Dieci piccoli indianirestano solo in sette sull’isola. Una coincidenza? io non credo.

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Jan 22

Alaska


La fanno facile in Alaska, senza gli orsi polari, con gli eschimesi o i cacciatori di pelli, coi i lupi selvaggi che oramai sono rimasti in tre, uno zoppo, uno cieco e uno che è convinto di essere un ramo di un albero.

Qualche giorno fa mia moglie mi fa: reggi un po’ qui, poi è sparita, con la moglie del mio vicino e per un bel po’, spero non di farà più sentire.

Tu non mi capisci, tu non mi comprendi, non mi porti mai da nessuna parte. O santissima Madonna, ma dove diavolo ti dovrei portare? dove vuoi andare? andiamo al mare e l’acqua è troppo fredda, andiamo in montagna e qui si cammina troppo, e qui no, e lì no, adesso poi che deve nascere il bambino non possiamo mica strapazzarci troppo!

Diavolo, pensavo si sarebbe calmata un po’, invece è peggio di prima: e che noia, e che palle, non facciamo mai niente, non succede mai niente.

Perfino i miei amici ormai hanno imparato a conoscerla, quando mi incontrano mi fanno “è nei paraggi?” La temono, la fuggono, non sono geloso, ma vorrei tanto, magari avrei la scusa per dirle di stare zitta cinque minuti, invece niente.

Nessuno ha il coraggio di avvicinarla, il mese scorso ci ha provato uno dei professori della stazione qui vicina, non l’ha fatto nemmeno arrivare a rivolgerle la parola che gli ha lanciato un’occhiatacci che se non faceva fredddo come quel giorno il professore rischiava di rimanere incenerito.

Gente per bene quelli della stazione, ma un po’ matti, l’altro giorno parlavo di mia moglie con uno di loro che a un certo punto mi fa “Certo che voi americani, che vi portate le mogli al polo siete proprio eccentrici!” “Ehi” gli ho risposto “io non sono un americano, sono un pinguino.”

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Jan 21

Galatea

una citazione vera, di una persona importante, il ministro per i Beni e le Attività Culturali Urbani “Con Galatea, la Rai prosegue nel proprio lodevole sforzo di rispondere sempre meglio alla grande domanda di cultura e di informazione culturale presente nel nostro Paese.” E se lo dice lui dobbiamo fidarci.

La trasmissione non è male, anzi, per chi ha un’infarinatura di arte, industrial design, letteratura, teatro, internet e gusto risulta interessante, forse gli esperti di certi argomenti potranno trovarli poco approfonditi, ma per una trasmissione televisiva divulgativa lo scopo è raggiunto.

La varietà è notevole, l’altro giorno ad esempio si spaziava dalle aste d’arte o su internet, ai disegni sui muri che diventano capi d’abbigliamento, dalle sedie di legno curvato a vapore Thonet al podcasting al teatro della crudeltà di Artaud, ma soprattutto se ne parlava con persone competenti, che sembravano saperne molto di più di quello che potevano dire nei pochi secondi che restavano in onda. Ne sono venuti così fuori servizi che da un lato sembrano esaurire l’argomento e dall’altro danno degli spunti, a chi è interessato, per approfondirlo.

Il mio ringraziamento agli autori è dovuto soprattutto al fatto che finalmente ho visto delle sedie Thonet sapendo che lo erano. Le sedie Thonet sono quelle sedie di legno in cui il legno viene piegato per formare archi, cerchi o riccioli, una tecnica basata sul vapore inventata da Michael Thonet a metà 800 e che ormai si trovano un po’ ovunque. Io le avevo incontrate durante l’esame di disegno industriale all’università di Salerno, che è come fare un corso di nouvelle cuisine nello Zambia.

Torniamo però al motivo principale parliamo di Galatea: chi è che scrive i testi della presentatrice? sicuramente degli incompresi dalle loro famiglie. Ora sta povera crista, che già di suo è fantastica, io ad esempio me ne sare già innamorato se non fosse una di quelle barely legal, cioè fino a due anni fa c’era l’arresto con linciaggio pubblico, dicevamo, sta povera crista è russa, conoscerà anche bene l’italiano, ma sembra che abbia delle olive in bocca, non potete farle dire delle cose normali? non potete dargli dei testi un po’ più credibili? non potete evitare tutto questo?

Tanto poi lo so che leggete l’articolo solo per la presentatrice dalla faccia imbronciata, che prima di finire a Galatea faceva la modella di abiti noiosi, un nuovo target di mercato che hanno trovato degli stilisti americani: praticamente sono i vestiti che si mettono quando la serata sfuma e si resta a casa a ridarsi lo smalto sulle unghie oppure a guardare Desperate Housewife. Svetlana Noskova, che per motivi decisamente oscuri all’una di notte su Raidue si fa chiamare Lana Vladi, ha vinto da giovanissima il concorso “Faccetta Scocciata 2001”, per poi fare le selezioni per il “Mamma che noia 2003” e vincendo il “Bored Girl 2004”. Così è finita a fare la modella per Eskimo e poi la presentatrice con la patata in bocca.

Menzione speciale va all’altro genio che ha avuto l’idea di far dialogare Lana con se stessa, con l’ausilio del computer appaiono sullo schermo più russe scocciate che fingono conversazioni a dir poco surreali, frasi fatte, tentativi di dialogo imbarazzanti, battute scontate, recitazione sconveniente, insomma una pacchia per chi vuole sapere come non si scrive una trasmissione televisiva.

Concludendo faccetta carina, servizi interessanti e testi demenziali, se Galatea fosse una donna sarebbe perfetta.

Galatea: Rai due – Giovedì alle 00.10

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Jan 19

Like a superstar

Jane, raccontare di quanto sare potuto essere intelligente, di quanto sarei potuto essere figo, peccato, uno di quelli di cui si legge sui giornali, uno di quelli di cui vostra madre vi dice, hai visto potevi essere come questo, hai visto questo che ha fatto, che è riuscito a fare, invece non l’avete fatto e cercate di capire quale sarebbe dovuta essere la vostra strada, mentre adesso la state ancora cercando, da qualche parte, a breve, perchè vi restano solo quattro anni scarsi, perchè sapete che in italiano i numeri si scrivono sempre a lettera a meno che non indichino delle date o delle quantità, ma non siete un ragioniere e scrivere i numeri a lettera è un esercizio che vi piace, che vi fa sentire superiori a quelli che li scrivono a numero, è un gioco combinatorio scrivere i numeri a lettera, come sugli assegni.

Vivere di rendita, vivere a scrocco, la mia tastiera ha dei buchi attraverso i quali si può vedere il pavimento, scrivo con la tastiera sulle ginocchia, non la guardo e non la vedo, vedo il pavimento, attraverso, ma in realtà guardo lo schermo, perchè quello che sto scrivendo se non lo salvo in qualche modo sparirà per sempre e io me ne sarò dimenticato, come di tutte le cose che normalmente scrivo, come delle cose che dico, delle cose che faccio, il passato è passato e non ci penso più, fortunatamente mentre le faccio le cose sono abbastanza presente, altrimenti sarebbe un bel guaio, ho problemi con la memoria a breve termine, scrivo veloce, forse, non lo so, dovrei misurarmi in qualche modo, da qualche parte ci sono dei siti o dei programmini per misurare la tua velocità, dovrei provarli, ma chi ha il tempo, il tempo ce l’ho, ho finito la laurea, ho lasciato la fidanzata, o mi ha lasciato lei, non lo so, non me lo ricordo, di certo mi ha lasciato più tempo libero, potrei quasi farcela a combinare qualcosa, ma a chi potrebbe interessare? sono un animale da palcoscenico, ho bisogno di un pubblico, lo so, con un pubblico potrei combinare qualsiasi cosa, cose divertenti, cose cattive, cose buone, no le cose buone le faccio solo se sto da solo, non mi devono vedere mille persone quando faccio cose buone, non mi vedo nemmeno io, le cose buone le faccio solo per la persona per cui servono e poi semmai mi tornano, ma il pubblico è una sensazione unica, in pubblico posso fare di tutto, l’ho già detto? certo, ma se scrivo uno può tornare indietro, ma se lo pensassi solamente non si potrebbe certo, o una ripetizione avrebbe meno peso, però purtroppo la mia velocità non è così vicina a quella del mio pensiero come io vorrei, sembra quasi che io stia dicendo delle cose di me, ma in realtà non sto raccontando nulla, dico cose, sì, ma è solo la superficie, una piccola increspatura sulle acque.

Ma chi avrà mai il coraggio di scendere fino in fondo?

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Jan 19

Demolisci Daniel Antrax

Peanuts del sito di fumetti Comicus, scopo del gioco era “Demolisci Daniel Antrax”:

Interessante questo Daniel Antrax, interessante se siete lo specialista che tiene in cura Agozzino1, per chi invece è più fortunato di me e quindi segue solamente il suo caso tramite internet le sette pagine (di cui una di copertina) che compongono la prima storia breve di questo fumetto possono risultare simpatiche e divertenti.

Ma andiamo con l’ordine che la mente contorta degli autori prevede, il finale a sorpresa rappresenta la realtà dalla quale parte il nostro sceneggiatore, che ammette, ma ci sono volute quattro sedute, più due di ipnosi regressiva, il suo distacco dalla realtà quotidiana. La disegnatrice invece lì riesce ad esprimere il suo desiderio di fuga rifugiandosi nel disegno stilizzato di un omino fatto di un cerchio e qualche linea dritta. Reazione all’Agozzino? non lo possiamo sapere.

Indubbiamente il tratto della signorina è un po’ troppo fanziniano per i miei gusti e i testi eccessivamente pomposi che in alcuni casi potevano essere più brevi.

Risulta infine evidente, anche a chi ha solamente un’infarinatura da Maurizio Costanzo Show di psicologia, che entrambi gli autori, e probabilmente anche la colorista, hanno questa visione feticistica dell’ingoio che rimane sospesa nell’incertezza. Per quanto lo sceneggiatore, maschio, lo possa vedere come qualcosa di positivo, non a caso l’associa a Britney Spears, nella sua mente deviata, altissimo esempio di buona musica, la disegnatrice frustra il desiderio della controparte componendo le figure femminili tutte con la bocca chiusa, con i denti stretti o una mano a protezione del cavo orale.

Per concludere la via della guarigione è ancora lunga, ma è possibile soprattutto se sarà data al possibilità ai pazienti di sfogare ogni tanto le loro pulsioni nascoste. La copertina infine ci mostra il prototipo della coppia felice secondo gli autori e risulta per lo più incomprensibile a chi ha un rapporto corretto con il sesso: diciamoci la verità, chi mai metterebbe un preservativo usato su una lampada accesa se non qualcuno che non ne ha mai fatto uso?

Una buona parola anche per la signorina ai colori, mia cara, puoi farci capire come mai una lampada accesa ha quell’ombra?

1 Giovanni Agozzino è lo sceneggiatore di Daniel Antrax e il curatore della rubrica Penauts, il suo è purtroppo un caso umano di cui la nostra società è ormai fin troppo piena.

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Jan 19

Consigli ad un giovane scrittore

Potrebbe accaderti, amico mio, che il foglio bianco ti spaventi o che la schermata pulita del tuo computer sia più fonte di imbarazzo che di gioia creatrice, che quella superficie immacolata ti ricordi più la parete di un manicomio nel quale stai impazzendo che uno spazio libero dove liberare la tua immaginazione, le tue idee e i tuoi sentimenti. Succede a tutti, una volta o l’altra, una volta o tante, succede e a volte diventa davvero un muro dove si sbatte la testa e contro il quale non si trovano altri argomenti se non quelli della violenza, una, due, tre, poi alla fine ci si arrende, perchè a voler buttare giù la grande muraglia a testate ci si ricava solo un gran mal di testa, quando ci va bene.

Quando però guardi il problema da un punto diverso, quando fai un passo indietro, fletti un po’ le ginocchia e pieghi un po’ la testa da un lato, allora le cose assumono un aspetto diverso, il muro bianco diventa l’ala di un aereoplano che ti porta lontano, i pazzi del manicomio ti sussurrano storie incredibili, divertenti, emozionanti, da scrivere, l’imbarazzo diventa una maschera dietro la quale celare qualcosa, una battuta, un amore, un doppiogioco per salvare il presidente degli Stati Uniti da una minaccia terrorista di qualche pazzo criminale che se non arriva Bruce Willis forse è meglio che qualcuno dia un colpo di telefono al vicepresidente.

Quindi pensa solo a cosa vorresti scrivere, una storia, un articolo, una barzelletta, e l’argomento e poi scrivi queste due cose, semplicemente come ti vengono in mente: voglio scrivere un racconto dove una ragazza cammina sul bordo di una strada con le macchine che le sfrecciano vicino e solo alla fine si scopre che lei è un trans, voglio scrivere una barzelletta sul virus dei polli, il mio è una storiella che parla di un orsacchiotto di peluche che combatte i giocattoli cattivi.

Se la tua storia è un po’ complessa potresti buttare giù uno schema, segnare quelle che sono le varie scene e ricominciare con ciascuna di esse, scrivendone in un rigo quello che accade, o non accade, in ognuna. Poi ogni scena potrebbe essere fatta di più momenti, butta giù pure quelli come ti vengono in mente.

Ogni punto che hai descritto contiene più elementi, personaggi, ambienti, oggetti, se non ti sono chiari butta giù una loro descrizione, pensa agli odori, ai suoni che producono, al loro aspetto tattile, non pensare solo con gli occhi, siamo talmente abituati a guardare che descrivere ciò che vediamo ci sembra banale e non lo facciamo, gli altri sensi invece ci sembrano più "esotici", più lontani quindi più facilmente ci sembrerà una cosa bella da descrivere e scrivere il profumo di una persona o le sensazioni che può procurare un oggetto. Poi una volta che ci avrai preso la mano anche con gli occhi potrai ripetere la cosa e vedere alcuni aspetti delle cose come se fosse la prima volta che osservi quel posto o quella persona.

Se ora guardi il tuo foglio o il tuo schermo del computer ti renderai conto che hai scritto un bel po’ di roba, che hai un sacco di cose sulle quali lavorare. Insomma adesso hai i pezzi del puzzle, devi solo metterli insieme e magari mentre lo fai ne trovi altri per la strada. Il risultato non sarà il massimo alle volte, ma se insisti e ci lavori di fino, correggi alcune frasi che in prima battuta ti erano sembrate buone, ma che ad una seconda lettura sono davvero terribili, se cerchi di dare coerenza allo stile, se ti impegni affinchè il ritmo segua quello che avevi in mente, alla fine potresti anche trovarti davanti quello che avevi in mente.

Io alle volte faccio così, anche stamattina, cosa ne è uscito? per ora ancora nulla perchè il database ci mette molto, ma quello che ho scritto è questo:

CREATE TABLE dwh_ven_cat_v2005
TABLESPACE TS8
PCTFREE 0
AS
SELECT estraicoopcanale( a.mca_cod_neg, ‘SCT’) "Coop.va",
estraicoopcanale( a.mca_cod_neg, ‘DIV’) Canale,
substr(a.mca_cod_neg, 1,4) Negozio,
a.mca_cod_set_spezz Settimana_spezzata,
a.mca_cod_cat_cit Categoria,
sum(a.mca_imp_ven) importo,
sum(b.totale) totale,
sum(a.mca_imp_ven) / decode(sum(b.totale),0,sum(a.mca_imp_ven),sum(b.totale)) * 100 Peso
FROM olp_sum_mag_cat_cit a
INNER JOIN (SELECT sub.mca_cod_neg, sub.mca_cod_set_spezz, SUM(sub.mca_imp_ven) Totale
FROM olp_sum_mag_cat_cit sub
WHERE sub.mca_cod_set_spezz BETWEEN 20050000 AND 20059999
GROUP BY sub.mca_cod_neg, sub.mca_cod_set_spezz) b ON (a.mca_cod_neg = b.mca_cod_neg AND a.mca_cod_set_spezz = b.mca_cod_set_spezz)
WHERE a.mca_cod_set_spezz BETWEEN 20050000 AND 20059999
GROUP BY estraicoopcanale( a.mca_cod_neg, ‘SCT’),
estraicoopcanale( a.mca_cod_neg, ‘DIV’),
substr(a.mca_cod_neg, 1,4),
a.mca_cod_set_spezz,
a.mca_cod_cat_cit

Che c’è? anche per scrivere query Oracle a volte si può avere il panico da foglio bianco.

Update: Ho modificato la query perchè non mi dava i risultati correttamente.

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