Precipitevolissimevolmente 6
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Nel settimo capitolo di Dieci piccoli indianirestano solo in sette sull’isola. Una coincidenza? io non credo.
Qui al villaggio dei conigli tutti conoscono Ted Carter, per i bambini è un eroe, per i più grandi un modello, per le ragazze il coniglio che vorrebbero sposare, solo gli anziani pensano che sia un coniglio con qualche carota fuori posto, ma lo dicono sorridendo e ne sono anche loro orgliosi.
Ma quando era piccolo Ted era un coniglietto come tutti gli altri e abitava con i suoi numerosi fratelli, i conigli hanno sempre tanti fratelli e sorelle, all’ultima casa di Carrot Road. Come tutti saprete, poco dopo la casa della famiglia Carter, la strada fa una curva a destra e si lascia sulla sinistra uno spiazzo che costeggia lo Strapiombo; quindici anni fa, però, non c’era il muretto di pietra come oggi, ma solo una staccionata di legno che in molti punti era marcita e i ragazzini facevano gare di coraggio a chi si allontanava di più dalla staccionata e si avvicinava di più al bordo.
Ted Carter e i suoi amici erano ancora troppo piccoli per giocare allo Strapiombo come facevano i conigli un po’ più grandi di loro, quindi rimanevano sulla strada dove facevano gare con le biciclette o si costruivano delle automobili con assi di legno, chiodi e ruote trovate chissà dove. Una volta Ted arrivò a smontare perfino il carrozzino della sua sorellina più piccola per costruirne una; anzi fu proprio in quell’occasione che per la prima volta volò.
Si perchè una volta che lui e i suoi amici finirono di costruire la macchina decisero di provarla lanciandosi dalla discesa del palazzo del comune. Avevano dipinto il loro bolide di azzurro e di rosso e non vedevano l’ora di salirci sopra, decisero quindi di estrarre a sorte chi dovesse essere il fortunato a fare il primo giro, Ted sarebbe stato il secondo.
Tutti erano pronti a seguire la macchina con le biciclette giù fino alla piazza con la fontana, dove sarebbe finita la corsa. Mentre il primo pilota saliva, però urtò la pietra che teneva ferma la macchina che cominciò a scendere lungo la discesa senza nessuno alla guida. Ted che erà un po’ più avanti saltò giù dalla bicicletta e balzò in qualche modo sulla macchina, così però, invece di svoltare a destra per la piazza, andò a sinistra verso i vicoli, e, mentre i suoi amici lo inseguivano con le biciclette, prendeva sempre più velocità.
Evitò dei passanti, passò tra il bucato delle massaie, sfiorò i banchetti del fruttivendolo e il carretto dell’arrotino, finchè non uscì dai vicoli, con i suoi amici che a fatica riuscivano a stargli dietro. Sbucò su Carrot Road ad una velocità così pazzesca che non riusciva nemmeno a distinguere le facce di quelli che incontrava, riusciva a vedere solo davanti a sè e non aveva idea di come fare a fermarsi. I freni non c’erano.
Quando passò davanti a casa sua, alla fine della strada, sentì chiaramente sua madre urlare spaventata.Ma fu un attimo, perchè subito dopo c’era la curva e si trovò a guardare dritto dritto nello Strapiombo, poco prima la staccionata piegata, altri conigli che urlano, lui che urla più forte, troppo veloce per sterzare, impossibile frenare. E chi diavolo ha montato lì una rampa per saltare con lo skate?
La macchina di legno, chiodi e ruote di carrozzino si arrampicò sulla rampa e poi partì per aria, superò la staccionata e puntò verso il cielo, Ted Carter ebbe il riflesso di saltare giù appena in tempo, cadde oltre la staccionata e rotò nell’erba finendo quasi sul bordo dello Strapiombo. La macchina invece precipitò duecento metri più in basso finendo su degli alberi e sfasciandosi completamente al suolo.
Tutti avevano visto il piccolo coniglio arrivare dal centro del paese sempre più veloce e spiccare il salto, tutti ora gli erano vicino. La mamma lo abbracciava e piangeva, lo coccolava e gli diceva che non sarebbe più uscito di casa fino ai diciotto anni. I compagni di giochi erano lì a controllare che il loro amico fosse vivo e che fosse ancora intero. Altri adulti e ragazzini si avvicinavano a vedere come stava e a parlare dell’avvenimento. Tutti avevano visto qualcosa, tutti ne parlavano, chi descriveva un particolare, chi stimava la velocità, chi rimproverava i ragazzi, chi se la prendeva con la staccionata.
Nessuno, però, notò gli occhi di Ted, i suoi grandi occhi neri da coniglietto spalancati, non per lo spavento, ma per quello che solo lui aveva visto. Mentre saltava giù dalla macchina impazzita, l’aveva vista continuare il suo salto e dopo aver scavalcato la staccionata, bellissima, azzurra e rossa contro il cielo blu, aveva iniziato a volare. La macchina stava volando e lui con lei. Per la prima volta nella sua vita Ted Carter aveva volato.
"La prossima volta non scendo" disse.
(Questa storia non è finita e avrà dei seguiti)
Vi consiglio questo articolo di struzzo.tv, io non faccio di solito post seri e questo lo è fin troppo, però è interessante come riassunto delle puntate precedenti, quindi ve lo segnalo semplicemente.
Dopo il cane, il pane, la merenda per il Collettivo Soda.
Altra cosa, in edicola con l’Espresso, c’è Pazienza, il primo volume con le storie di Zanardi anche quelle non ristampate da un po’. Bellissimo, consigliato. Prezzo euro 10,90, cartonato, bella veste grafica, i fumetti sono quelli, l’apparato critico c’è, è nuovo.
L’ho comprato per scoprire che ho già tutte le storie, potrei regalarlo a qualcuno, ma perchè poi?
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