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Ted Carter, il coniglio volante

Posted in [Tura][Tiva]. on Wednesday, March 22nd, 2006 by Mucio
Mar 22

Qui al villaggio dei conigli tutti conoscono Ted Carter, per i bambini è un eroe, per i più grandi un modello, per le ragazze il coniglio che vorrebbero sposare, solo gli anziani pensano che sia un coniglio con qualche carota fuori posto, ma lo dicono sorridendo e ne sono anche loro orgliosi.

Ma quando era piccolo Ted era un coniglietto come tutti gli altri e abitava con i suoi numerosi fratelli, i conigli hanno sempre tanti fratelli e sorelle, all’ultima casa di Carrot Road. Come tutti saprete, poco dopo la casa della famiglia Carter, la strada fa una curva a destra e si lascia sulla sinistra uno spiazzo che costeggia lo Strapiombo; quindici anni fa, però, non c’era il muretto di pietra come oggi, ma solo una staccionata di legno che in molti punti era marcita e i ragazzini facevano gare di coraggio a chi si allontanava di più dalla staccionata e si avvicinava di più al bordo.

Ted Carter e i suoi amici erano ancora troppo piccoli per giocare allo Strapiombo come facevano i conigli un po’ più grandi di loro, quindi rimanevano sulla strada dove facevano gare con le biciclette o si costruivano delle automobili con assi di legno, chiodi e ruote trovate chissà dove. Una volta Ted arrivò a smontare perfino il carrozzino della sua sorellina più piccola per costruirne una; anzi fu proprio in quell’occasione che per la prima volta volò.

Si perchè una volta che lui e i suoi amici finirono di costruire la macchina decisero di provarla lanciandosi dalla discesa del palazzo del comune. Avevano dipinto il loro bolide di azzurro e di rosso e non vedevano l’ora di salirci sopra, decisero quindi di estrarre a sorte chi dovesse essere il fortunato a fare il primo giro, Ted sarebbe stato il secondo.

Tutti erano pronti a seguire la macchina con le biciclette giù fino alla piazza con la fontana, dove sarebbe finita la corsa. Mentre il primo pilota saliva, però urtò la pietra che teneva ferma la macchina che cominciò a scendere lungo la discesa senza nessuno alla guida. Ted che erà un po’ più avanti saltò giù dalla bicicletta e balzò in qualche modo sulla macchina, così però, invece di svoltare a destra per la piazza, andò a sinistra verso i vicoli, e, mentre i suoi amici lo inseguivano con le biciclette, prendeva sempre più velocità.

Evitò dei passanti, passò tra il bucato delle massaie, sfiorò i banchetti del fruttivendolo e il carretto dell’arrotino, finchè non uscì dai vicoli, con i suoi amici che a fatica riuscivano a stargli dietro. Sbucò su Carrot Road ad una velocità così pazzesca che non riusciva nemmeno a distinguere le facce di quelli che incontrava, riusciva a vedere solo davanti a sè e non aveva idea di come fare a fermarsi. I freni non c’erano.

Quando passò davanti a casa sua, alla fine della strada, sentì chiaramente sua madre urlare spaventata.Ma fu un attimo, perchè subito dopo c’era la curva e si trovò a guardare dritto dritto nello Strapiombo, poco prima la staccionata piegata, altri conigli che urlano, lui che urla più forte, troppo veloce per sterzare, impossibile frenare. E chi diavolo ha montato lì una rampa per saltare con lo skate?

La macchina di legno, chiodi e ruote di carrozzino si arrampicò sulla rampa e poi partì per aria, superò la staccionata e puntò verso il cielo, Ted Carter ebbe il riflesso di saltare giù appena in tempo, cadde oltre la staccionata e rotò nell’erba finendo quasi sul bordo dello Strapiombo. La macchina invece precipitò duecento metri più in basso finendo su degli alberi e sfasciandosi completamente al suolo.

Tutti avevano visto il piccolo coniglio arrivare dal centro del paese sempre più veloce e spiccare il salto, tutti ora gli erano vicino. La mamma lo abbracciava e piangeva, lo coccolava e gli diceva che non sarebbe più uscito di casa fino ai diciotto anni. I compagni di giochi erano lì a controllare che il loro amico fosse vivo e che fosse ancora intero. Altri adulti e ragazzini si avvicinavano a vedere come stava e a parlare dell’avvenimento. Tutti avevano visto qualcosa, tutti ne parlavano, chi descriveva un particolare, chi stimava la velocità, chi rimproverava i ragazzi, chi se la prendeva con la staccionata.

Nessuno, però, notò gli occhi di Ted, i suoi grandi occhi neri da coniglietto spalancati, non per lo spavento, ma per quello che solo lui aveva visto. Mentre saltava giù dalla macchina impazzita, l’aveva vista continuare il suo salto e dopo aver scavalcato la staccionata, bellissima, azzurra e rossa contro il cielo blu, aveva iniziato a volare. La macchina stava volando e lui con lei. Per la prima volta nella sua vita Ted Carter aveva volato.

"La prossima volta non scendo" disse.

(Questa storia non è finita e avrà dei seguiti)


Technorati Tags: ted, carter, coniglio, volante, ted carter il coniglio volante
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21 Comments

  1. Giordano on March 22nd, 2006

    Ma Ted Carter non era amico di Oliver Hutton e Benjamin Price?

  2. mucio on March 22nd, 2006

    I nomi migliori sono già tutti presi

  3. quelbruco on March 23rd, 2006

    al villaggio fumano.
    e non solo i camini.

  4. lennon81 on March 23rd, 2006

    no quello era Bruce Harper, quell oche si pigliava le pallonate in faccia, sant’ uomo.
    Mucio, che te pozzino, tieni sto dio di templeit favoloso, stiloso, e ne cerchi un altro?
    Rammill a mme!!!

  5. mucio on March 23rd, 2006

    bruco: in tutti i villaggi fumano

    lennon81: ted carter era quello con il dentone, che giocava ala. Se vuoi questo template accomodati, ma devi passare a dblog :)

  6. duscamp on March 23rd, 2006

    ho le allucinazioni
    saranno le ciliegie?

  7. toby on March 23rd, 2006

    OTgcuc:
    ho appena letto il perchè di questo blog!
    big kahuna è uno dei miei film preferiti! una perla di saggezza :D
    anzi..dovrei anche decidermi a rivederlo..

    ti posso rubare la citazione e metterla nel mio blog?
    cosi’ quando nn so che scrivere ma voglio scrivere ci piazzo quello :)
    ps.alla mail rispondo stasera..che in ufficio non ce l’ho e nn mi ricordo che hai scritto ;)

  8. mucio on March 23rd, 2006

    dusca: sarà che tu stai male dusca :P

    toby: ahahahaha, la citazione è di default su dblog, puoi prenderla quando vuoi, io il film non l’ho visto, ma se me lo passi mi fa piacere :)

  9. Idras on March 23rd, 2006

    …è un pò la metafora della tua scrittura…
    vedi l’infinito, ma scendi sempre un pò prima…
    non per paura, quella no…
    ma per cambiare macchina…
    e poi ancora…
    e poi ancora…
    e poi ancora…

  10. mucio on March 23rd, 2006

    bastardo, ho capito

    :)

  11. Antonio on March 23rd, 2006

    perchè proprio un coniglio? comunque è bello…

  12. mucio on March 23rd, 2006

    Perchè suonava bene, prima il titolo e poi le storie

  13. chandlerbing on March 23rd, 2006

    :D ottimo

  14. chandlerbing on March 23rd, 2006

    ma quindi tu che sei? uno sceneggiatore? uno scrittore? o uno spazzacamino di Mary Poppins?

  15. mucio on March 23rd, 2006

    Lo spazzacamino di Mary Poppins, Dick Van Dike è un mito :)
    Nessuno dei tre per ora, ma forse un giorno sarò tutti e tre :)

  16. Antonio on March 23rd, 2006

    sei proprio un artista a 360 : 4 gradi

  17. duscamp on March 24th, 2006

    le allucinazioni non mi passano
    ho visto un coniglio volare

  18. Anturium on March 24th, 2006

    Che carina questa storia…
    come se avessi visto davvero gli occhioni neri di Ted…
    bacio

  19. quelbruco on March 24th, 2006

    mi sento scossa agitata a
    agitata a
    un pò nervosa a
    a.a.a. allucinazioni cercansi

  20. mucio on March 24th, 2006

    antonio: meglio a 360 che a meno

    duscamp: non era un’allucinazione, era vero

    Anturium: l’obiettivo era quello :)

    quelbruco: fatti un succo di carota

  21. Antonio on March 24th, 2006

    360: 4



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