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Archive for the ‘Salva l’amazzonia, compra un libro’ Category

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May 10

Quelbruco di Astrid Minelli

Non capita a tutti di avere un’amica che ha un blog completamente fuori di testa, non capita a tutti di avere un’amica che scrive un libro per una grossa casa editrice, non capita a tutti di avere un’amica a cui devi un favore e, anche se non ne hai assolutamente alcuna voglia, ormai l’hai promesso e le devi fare la recensione del suo libro.

Sto parlando di Quelbruco di Astrid Minelli, che arriva nelle librerie in questi giorni tra gli Struzzi di Einaudi. Il libro è un fitto susseguirsi di brevi testi, piccoli sprazzi di vita raccontati a volte con dolcezza altre volte con pura follia.

di quando non sai se ridere o piangere
io e la scrivania ci guardiamo negli occhi…”non ti prometto niente” le dico…fa finta di non sentirmi…
allora mi rivolgo ai libri “uno di voi sarà l’eletto” dichiaro imperiosa…
cazzo…scelta sbagliata…mi tocca leggere la storia di Clodoveo e della Lotaringia
ma presto l’insofferenza si fa sentire e il bruco se ne va per i fatti suoi…

Leggerlo per me è stato un rileggere, una buona metà delle pagine è una selezione dei post pubblicati sul blog, ma trovarseli tra le mani, invece che davanti sullo schermo, è stata una strana epifania, quasi come se spiassi il suo diario segreto o riuscissi a mettere a posto i pezzi di un puzzle che avevo sempre accantonato perchè troppo complesso.

< blockquote >da giorni mi sveglio ricordando di aver sognato. sogno di fare karate con una persona che neanche conosco, sogno di cadere da una scala verde, sogno il telegiornale (questo è davvero grave), sogno di avere un cellulare nuovo (che poi non è un mio desiderio), sogno di andare in treno in polonia.
e poi ho sognato di avere della cioccolata del cassetto. e scema come sono appena sveglia sono andata anche a controllare.
non si può campare così! o forse si…

(ieri ho lavato la macchina e ci ho trovato le mollette per capelli della ragazza di mio fratello )
ma non era che chi rompe paga?

Il libro in sè è bello, si fa leggere bene. A brani più lunghi si alternano altri più brevi, a quelli più intensi e intimi si alternano disavventure universitarie, con l’amica Jane o descrizioni al limite del lisergico di quello che la circonda.

telefono…driin…driiiiiiiiiiin

nonna – uèèèè tanti auguri…
bruco – grazie nonna
nonna – fammi sentì na cosa, ma ‘o uaglione l’hai trovato?
bruco – ma che c’entra con l’onomastico?comunque no, nonna, niente…ancora niente…
nonna – uh ma com’è sta cosa…tu ti devi sposà, voglio sta’ pure io nelle foto…hai capito?
bruco – eh sì, allora mò accellero…
nonna – brava, fa’ content a nonna!

Le restanti pagine invece sono occupate da alcuni contributi che amici e conoscenti hanno voluto dedicare al Bruco più famoso del web italiano. Qui i risultati sono alterni, si va da pagine belle, ad altre godibili fino ad alcune cose illeggibili che si spiegano solo con l’amicizia che lega Astrid agli autori.

Ah, sì, se io fossi il bruco. Se io fossi il bruco probabilmente fuori da casa mia ci sarebbero 3-4 cm di neve e io me ne starei alla finestra, a guardare, con la solita confusione di identità dentro e un grosso cane imbiancato e goffo a spalmarsi di neve, fuori. Nei posti come quello dove sta il bruco non è che si possa fare molto altro.

Infine completano il libro alcune, una quindicina, belle illustrazioni o interpretazioni grafiche di diversi artisti del web che arricchiscono il volume e che fanno da contraltare ai testi ai quali fanno da contrappeso in maniera sorprendentemente perfetta.

Insomma, di certo non sarei potuto essere cattivo con una mia amica, però mi piace quello che scrive e il mondo che ha in testa, ma se non vi fidate di un giudizio di parte come il mio potete sempre andare a sbirciare sul suo blog quello che vi aspetta in libreria. Dopo tanti libri di blogger che si credo dei fighi, finalmente il libro di una figa che non si crede una blogger, anzi non gliene frega proprio.

P.s. Il suo ultimo post che prende in giro i videoblog pieni di fuffa che sono nati ultimamente è fantastico.

Astrid Minelli
Quelbruco
Einaudi – Struzzi
€ 14,00

Feb 01

Un\’altra notte di cazzate in questo schifo di città

Mio padre sostiene che è stato suo padre a inventare i canotti di salvataggio e gli alzacristalli elettrici, benché di tanto in tanto parli invece di canotti di salvataggio e di chiusura centralizzata.

La trama è la storia autobiografica dell’autore e del padre che l’ha abbandonato da piccolo, il primo vive lavorando con i senza tetto, il secondo è un homeless alcolizzato quando si incontrano.

Se mi avessi chiesto allora di mio padre – negli anni in cui si accampava sui portoni delle case, nei rifugi di fortuna, nelle salette dei bancomat – avrei risposto: è morto. Avrei risposto: è scomparso. Non so dove si trovi. Avrei risposto qualsiasi cosa mi fosse venuta in mente, e sarebbe stata la verità.

Il libro è un insieme di frammenti di una o poche pagine che raccontano pezzi di vita o pezzi di emozioni dei due protagonisti. Sono a pagina 43.

Jonathan si infila la mano sotto la giacca e si contorce in una morsa di dolore. No, gli dice Jody, lui lo sta nascondendo. Il suo volto assume allora un contegno stoico e tutti e due scoppiano a ridere. E’ così che Jon immagina il suo romanzo: un libro in grado di spaccare il mondo a metà.

Technorati Tags: nick flynn, libri
Nov 09

Sin City di Frank Miller

Riappacificarsi con il buon fumetto.

Nov 09

Sotto un cielo cattivo 1 e 2

Giudizio sintetico: se vi piace la bicromia c’è di meglio, se non vi piace lasciate perdere. La storia merita di essere letta, ma 14 euro sono comunque tanti.

Nov 01

Divided Kingdom di Rupert Thomson

Isbn Edizioni. Prima di continuare faccio una divagazione su Isbn Edizioni, mi piace tantissimo la loro veste grafica, il libro bianco con i bordi delle pagine colorati, la copertina lievemente irregolare e il codice a barre sopra. Tutti i loro libri sono così e fanno uno strano effetto a vederli. Inoltre mi pare scelgano tutte cose interessanti, United Kingdom è in verità il primo che prendo e mi sta piacendo, qualche altro l’ho sfogliato e mi pareva interessante. In più in ogni libro includono un microopuscolo con alcune pagine di un altro loro titolo, un’idea molto carina e molto persuasiva se l’altro testo poi vale.

Tornando Divided Kingdom il libro parte da un gioco di parole abbastanza assurdo da reggere la trama: il Regno unito è allo sfascio, quindi i governanti decidono di dividerlo in quattro parti, suddividendo in queste la popolazione, in base alla medioevale teoria degli umori, “Sei collerico, melanconico, flemmatico e sanguigno?” è appunto il sottotitolo del libro.

La storia comincia con il protagonista di 8 anni che viene strappato alla sua famiglia e portato in una scuola di rieducazione prima di essere introdotto nella sua nuova famiglia. Comincia così una nuova vita in un paese che si è fatto (fare?) il lavaggio del cervello, finchè un giorno.

E finisco qui, non perchè mi piace lasciare le cose sul più bello, ma semplicemente perchè sono a pagina 80 o poco più. In compenso però vi posso dire che il libro si lascia leggere davvero bene e la traduzione di Michele Piumini, che credo che sia anche uno scrittore “per bambini” non è affatto male, anzi rende la lettura ancora più scorrevole.

La storia prosegue per episodi e scorre via abbastanza velocemente, evitando i tempi morti, la società post Riorganizzazione è abbastanza ridicola vista dal di fuori da rendere la lettura meno opprimente di quello che mi sarei aspettato e Thomson riesce a rendere vivi i diversi personaggi utilizzando piccoli dettagli e comportamenti.

Sinceramente non l’avrei preso se non fosse stato per la mappa a colori in quarta di copertina e per il desiderio di leggere un libro della Isbn Edizioni, ma non è stato affatto un cattivo acquisto, anzi lo consiglio a tutti quelli che vogliono leggere una storia poco noiosa, senza dover raggionare molto anche con la possibilità di riflettere sul conformismo e individualità della nostra società. Io almeno mi ci sono avvicinato così.

La citazione1

L’immagine che mi rimaneva, quella di due persone in piedi per strada nel cuore della notte, che non avevano nemmeno avuto il tempo di vestirsi, la relegai nell’angolo più buio della mia memoria, e lì rimase come un giocattolo abbandonato, un ukulele con le corde rotte o un orsacchiotto spelacchiato con un occhio solo.

1 Secondo me le recensioni dei libri andrebbero fatte solo attraverso le loro citazioni.

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