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Archive for February, 2009

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Feb 19

Ecatì Ecaté e la testa perduta

Ecatì Ecaté è una bambina strana, vive nel regno dei morti anche se è viva, fa composizioni di fiori secchi da mille anni e usa la cenere per incipriarsi il naso. Ecatì Ecaté quando vuole riflettere suona il flauto con la tibia di qualcuno che adesso ha altro a cui pensare. Ecatì Ecaté ha messo i suoi libri in cartella, ma la sua scuola non apre mai. Ecatì Ecaté ha uno scheletro per amico, lei lo chiama Sir Gredy, lui da quattro secoli non ricorda più il suo vero nome.

Ecatì Ecaté oggi è allegra, è andata a trovare Sir Gredy e si è fatta tante risate, Sir Gredy invece è meno contento, non riesce a ridere quando non trova la testa. Ecatì Ecaté e il suo amico si sono messi a cercare la testa perduta, è difficile cercare un teschio quando sei circondato da ossa. Ecatì Ecaté alla fine è stanca, hanno cercato dappertutto, perfino dove ci sono i morti di chiacchiera, quelli che quando erano vivi promettevano le cose e poi non le facevano, adesso devono parlare ogni momento e non si può mai stare in pace quando si è vicino a loro.

Ecatì Ecaté consola Sir Gredy, se anche non ha la testa è bello lo stesso, gli dice, ma a lui non basta e vuole piangere, ma non potrebbe farlo nemmeno se avesse la testa. Ecatì Ecaté ha fatto tardi e la mamma presto la chiamerà, allora le viene l’idea, prende una zucca arancio e un coltello affilato, disegna due occhi malati e una bocca cattiva. Ecatì Ecaté ha finito il lavoro, da la testa nuova a Sir Gredy che è finalmente contento, gli piace questa testa, quasi come quella che aveva quando è andato a dormire. Ecatì Ecaté allora capisce, va nella tomba del vecchio scheletro e trova la testa, proprio dove l’aveva lasciata iersera, ancora che dorme sul cuscino di polvere.

Ecatì Ecaté la riporta la testa ritrovata al suo legittimo proprietario, ma Sir Gredy ha ormai deciso di tenersi la nuova, perché dice che è quella più adatta per stanotte, perché è solo una volta all’anno che arriva la notte dei morti.

Feb 18

Calzini

Ho comprato dei calzini, cinque a dieci euro, tre paia blu, uno verde bottiglia, uno verde militare. Credo che dieci euro per cinque calzini sia un prezzo un po’ caro, secondo me il prezzo giusto dovrebbe essere intorno ai sei o sette euro.

Poi sono andato un po’ in giro per Milano. Ah, Milano, che città incredibile. Quando passeggio per Milano sorrido, sorrido sempre, a volte mi sforzo di farlo. Una volta ho incrociato per strada una ragazza che sorrideva, che miracolo, a Milano, una ragazza che sorride. Così sorrido anche io, magari qualcuno se ne accorge e comincia a sorridere anche lui, a Milano, sai che miracolo poi.

A Milano, in centro, c’è un negozio che vende calzini di lana a diciotto euro al paio, con diciotto euro, poco distante, puoi prendere tre menù da McDonald’s o anche cinque calzini, un menù da McDonald’s e anche un gelato. Secondo me chi compra i calzini da diciotto euro non va da McDonald’s ed è un peccato, perché c’è il nuovo panino. Ultimamente ogni mese al Mac cambiano panino, invece in quella vetrina io vedo sempre gli stessi calzini. Forse non gli importa venderli, forse c’è qualcosa dietro che non so, forse un messaggio in codice. Calzini a diciotto euro = qui non c’è crisi.

Che bello che a Milano non ci sia crisi. In un negozio vendevano un cappello e una sciarpa di lana, il cappello era la classica cupoletta blu a cui ripiegare il bordo, la sciarpa della stessa tinta non era nemmeno lunghissima, prezzo? Centoquaranta euro. Non ho visto bene, ma credo che in piccolo fossero riportate le condizioni della polizza contro raffreddori e mal di gola per i cinque anni successivi all’acquisto.

Per i soliti scettici, la crisi non c’è, i centoquaranta euro erano a prezzo pieno, senza nessun sconto. Ma non credete che sia l’unico esempio, ho visto negozi, stiamo parlano della seconda metà di febbraio, dove i saldi erano solo al venti per cento, il fatto che poi siano vuoti è solo perché usciti alle sei a Milano tutti scappano dagli uffici a farsi un risotto o una cotoletta.

Comunque i miei calzini sono proprio belli, i calzini polacchi sono proprio brutti invece, figuratevi che li compro da Marks & Spencer pur di averli un minimo decenti, inglesi, ma ci si accontenta. Malgrado avessi solo dieci euro ho fatto girare l’economia come si diceva una volta, una volta c’era anche uno che appena uscito dal negozio ti diceva “grazie”, ma forse quella era una pubblicità filogovernativa. Io quando sono uscito ho visto un ragazzino emo che usciva con un panino da McDonald’s e di fianco c’era una sua amichetta con un gelato, a febbraio.

Va bene i rom, i rumeni e gli extracomunitari, però anche contro gli emo si dovrebbe fare qualcosa.

Feb 17

E quando qualcuno fumerà

E ci saranno cose nuove e cose vecchie. E le cose nuove saranno mirabili e le cose vecchie risplenderanno di nuovi significati. E i cieli saranno tersi e i mari saranno puliti, la terra brulicherà di uomini industriosi e la pace darà i suoi frutti.

E quando qualcuno fumerà dove è vietato, verrà sparato in un ginocchio.

Feb 17

Giornalisti imbecilli

Stavo leggendo uno di quegli articoli di costume su corriere.it, uno di quelli con i titoli ad effetto che strizzano l’occhio al lettore. Andiamo a vedere mi dico, intanto faccio una pausa di cinque minuti. E’ un articolo sui nuovi vampiri della letteratura per adolescenti, vampiri adolescenti, che si innamorano, che non bevono più sangue umano, che non fanno sesso.

Questa cosa del sesso al giornalista colpisce molto, perché è risaputo che nella letteratura per ragazzi, da sempre il sesso è qualcosa di preponderante, come non ricordare le scene saffiche di Piccole Donne, le censure che ha subito De Amicis o la bellissima scena in cui Harry Potter perde la verginità come un qualunque babbano.

Forse l’equivalenza vampiro-sesso gli viene dal Dracula di Coppola o dopo aver visto Tom Cruise sulla copertina di Intervista col vampiro o forse è in metropolitana, incontrandole mentre si reca in redazione, che deve aver associato i ragazzini emo all’idea che i giovani d’oggi siano più disinibiti, più predisposti al sesso facile, alle droghe e alla musica di satana. Ah, già, lui ha letto Freud e “il mordere, il succhiare sono evidenti atti sessuali.”

Fin qui penso che il giornalista sia stato frustato per scrivere questo pezzo, che abbia una moglie inferma e dei bambini che patiscono la fame e sia costretto a prostituirsi scrivendo articoli ad effetto, quando arrivo a questa frase:

Non c’è sesso tra Edward e Bella ( Twilight), così come non ce n’è tra il dodicenne Oskar e l’amica vampira Eli ( Lasciami entrare, il film di T. Anderson dal romanzo di J.A. Lindqvist, Marsilio).

E capisco.

Secondo me potrebbe configurarsi l’istigazione alla pedofilia e con il nuovo ddl del governo Berlusconi si potrebbe far chiudere il sito del Corriere. Comunque è davvero un peccato che non ci sia sesso tra un dodicenne e una vampira, sai quante altre puttanate avrebbe potuto scrivere questo imbecille.

Feb 16

Morti

I morti parlavano tra loro e si raccontavano storie fantastiche, tranne Bastek, lui non ci stava, non si era abituato alla cosa. Di solito i morti si raccontavano le cose fatte durante il loro tempo nel regno dei vivi, ma quando finiscono queste storie sono costretti ad inventarsene di nuove. I più scaltri lo capiscono per tempo, così prima di finire il repertorio di storie mondane le inframmezzano con finzioni.
Per Bastek questo era un’assurdità, raccontare storie inventate, quando ormai si era morti. Senza pensare che anche la vita prima della morte poteva essere un’invenzione.

(disclaimer: I racconti del treno sono stari scritti su un Milano-Salerno, con l’obiettivo di scrivere cento racconti brevissimi durante il viaggio. Sono arrivato ad una trentina. Questo è il risultato)

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