Io quest’anno ho fatto il test, per una questione di rispetto verso una persona. Ero in fase di trasloco tra Parma e Bologna, così il modo più veloce per farlo è stato chiedere a mia mamma di prenotare all’ASL il prelievo e tutto il resto. Ovvio che alle mamme non piace quando gli chiedi una cosa del genere, però mica andavo a convivere con la mamma?
Mia mamma mi ha pure detto “tu diglielo che il figlio mio non tiene niente”. Ma che non pensiate che mi portavo mia mamma dietro quando andavo a trovare le ragazze, né che mia mamma si sia mai raccomandata di usare preservativi o cose simili, al massimo mi aveva detto come nascono i bambini.
Quando aspettavo il risultato ero abbastanza tranquillo, cioè nessuna delle tipe con cui ero andato sembrava troppo distratta su certe cose, ma non è che si può stare proprio rilassati quando un esito negativo è meglio di un positivo. Cioè anche logicamente hai bisogno di rifletterci un attimo quando ci pensi.
Se fosse andata male sarebbero cambiate mille cose, ma non sarei morto subito, anzi avrei continuato ad avere una vita normale, fatta di gioie e malumori come gli altri, oggi i sieropositivi vivono anni prima che l’AIDS si presenti, però ogni giorno avrei dovuto fare i conti con una linea viola come quella della pubblicità progresso di anni fa.
Alla fine il risultato è stato negativo, stavo bene, ma la cosa migliore è stata quando sono potuto andare dalla persona che più di ogni altra stava aspettando quel risultato, ma quella è un’altra storia.
(foto originale World Aids Day di Rhyt)