Questo, la Polonia, è un paese pure per vecchi
A Varsavia abito in un quartiere popolare, non di quelli che fanno a gara con il Bronx di Scafati ma qualcosa di po’ più tranquillo, un po’ grigio (vedi foto), ma niente di terribile, i tram colorati portano in centro in meno di venti minuti, si passa il ponte del principe Poniatowski e si è tra i musei e Nowy Swiat, la strada vetrina di Varsavia. Ma lasciamo perdere le paillette per i turisti e torniamo a casa mia, anzi qualche passo prima, dal portone alle scale che portano al secondo piano.
Lungo le scale mi è capitato di interagire un paio di volte con due coinquilini con qualcosa che andasse oltre il buongiorno/buonasera, che ormai so dire senza problemi (sono facili, dire ciao è già più difficile) e mi è capitato con due vecchietti ben oltre i sessanta.
Il primo, qualche mese fa dopo qualche parola mi ha parlato in italiano, un po’ stentato, ma meglio del mio polacco. Il secondo l’altro ieri per poco non mi faceva prendere un colpo, visto che avevamo il portone che voleva un po’ di forza per essere aperto, andando a tirare ho visto venire dietro la porta il nonnino che stava spingendo.
Ci siamo scusati entrambi e poi ha iniziato a spiegarmi che era colpa del portone e voleva dirmi mille altre cose, tipo lamentarsi dei giovinastri che l’avevano rotto o del tempo o di chissà quale altro fatto. Al ché, prima che partisse in quarta, l’ho interrotto dicendogli che non parlo polacco, ma si sa certi anziani hanno troppa voglia di lamentarsi così un po’ a stento, ha cominciato in inglese, dicendomi che il portone era rotto e che qualcuno doveva essere stato, eccetera.
Sarà stato un caso, sarà che uno ha fatto la guerra in Italia e l’altro ha lavorato da giovane in Inghilterra e probabilmente nel mio palazzo ci saranno anche due analfabeti totali e un sordomuto, per riportare le statistiche in media, però due vecchietti su due che oltre al polacco parlicchiano una lingua straniera mi ha fatto un po’ impressione.
In questi casi mi torna sempre in mente il fatto che mi raccontò un mio amico: ci sono questi due stranieri in una salumeria a Salerno, che a fatica sanno qualche parola di italiano e chiaramente si stanno sforzando per arrivare a chiedere un etto di mortadella, quando finalmente riescono a completare la frase, il salumiere gli fa – Con pistacchio o senza?
P.s. Ieri mattina il portone era tornato a funzionare senza problemi, con la più classica delle soluzioni polacche, il bordo che sporgeva è stato segato via.
(foto originale Warsaw 21 May 2009 di francescomucio)