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Posts Tagged ‘freddo’

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Jan 16

Metti in moto l’avventura

Warsaw 15 January 2009

E’ un po’ che non parlo della mia macchina, anche perché l’ho lasciata a Varsavia durante gli ultimi mesi in Italia, ogni tanto Ola l’ha messa in moto, per andare a fare la spesa o cose simili, ma quasi sempre se n’è stata nel parcheggio polacco a fare bella mostra della sua targa italiana. A proposito di targa dovendo cambiare targa sono molto tentato a mettergli una targa personalizzata, visto che in Polonia si può, solo che costa un sacco di soldi e in questo momento non è che piovono dal cielo.

Comunque la foto in questione è solo una scusa per poter dire che con 95.000 chilometri e tre anni e mezzo di vita, dopo due mesi senza essere messa in moto, dopo quindici giorni sotto zero, spesso anche sotto i meno dieci, con una temperatura esterna di pochi gradi e ancora coperta di neve, be’ la Bombonera è partita al primo colpo e senza nemmeno un colpetto di tosse.

Jan 13

Il freddo e la fretta

Warsaw 13 January 2009

Altra cosa imparata stamattina a mie spese, se alla mattina fa freddo, sei di fretta e vuoi farti un the, allora non tenere il sale vicino allo zucchero.

(foto originale Warsaw 13 January 2009 di francescomucio)

Jan 11

Il freddo, la memoria e i citofoni

Warsaw 7 January 2009
L’essere umano è un animale meraviglioso, non starò qui a ripetervi la solita pappardella dell’uomo che è arrivato ovunque, dalla cima dell’Everest alla Luna, perché se proprio vogliamo essere onesti potremmo dire lo stesso dei batteri che vivono nel nostro colon, con in più il fatto che l’abbiano fatto senza sbattersi e standosene al caldo. Comunque tanto di cappello alle infinite risorse del sapiens sapiens che in questi giorni di freddo glaciale mi sono tornate tanto utili.

Andiamo con ordine, da quando al primo anno di scienze della comunicazione il mio professore di sociologia ci cominciò a parlare del suo libro sulla memoria ho smesso di considerare il fatto di non ricordare qualcosa come un problema, ma come una necessità per l’uomo, la cui mente seleziona le cose importanti da ricordare e quelle che invece vanno perdute. Molto interessanti erano gli esempi di due casi clinici che per delle disfunzioni neurologiche erano agli antipodi, una non poteva più ricordare nulla, l’altra doveva ricordare tutto, un po’ come in quel racconto di Borges. Così ormai ricordo le cose solo se me le scrivo o posso riformularle sotto forma di aneddoti, come gli aedi della Grecia preclassica. La prima cosa che dimenticai fu di comprare il libro di sociologia, ma questa è un’altra storia.

Cosa c’entra questo con il freddo? dovete sapere che ormai tutti i citofoni dei palazzi polacchi hanno un tastierino numero e occorre sapere il numero dell’appartamento a cui si vuole citofonare, non essendo scritti da nessuna parte i nomi degli inquilini. Tale tastierino numerico può essere usato anche per aprire il portone da chi possiede ricorda a memoria il codice, proprio di ogni appartamento, che normalmente gli comunica il padrone di casa: questa è una comodità che avevo sempre sottovalutato fino a qualche giorno fa. Le tastiere infatti hanno i tasti molto grandi per permettere di digitare anche senza togliere i guanti e quando le temperature scendono molto sotto zero, come nei giorni scorsi, tenersi i guanti e poter aprire il portone velocemente senza stare a cercare il mazzo di chiavi, la chiave giusta e il buco della serratura può salvare dall’assideramento e dall’amputazione di un paio di falangi.

Ola mi aveva detto il nostro codice per aprire il portone due mesi fa, quando avevamo preso questo appartamento e l’avevo usato solo una volta o due, poi avevo sempre citofonato o, all’italiana, usato le chiavi, ma martedì sera Ola non c’era e si era sotto i meno dieci, ho guardato il citofono e ci ho provato. Credo che per spirito di sopravvivenza il mio cervello sia andato a recuperare l’informazione da qualche neurone che aveva passato gli ultimi anni a giocare ai videopoker, picchiare la moglie e apprezzare la politica dei Verdi, non so come abbia fatto ma sono qui per raccontarlo. A riprova che era solo una questione di sopravvivenza davanti alla porta di casa, scaldato nell’atmosfera protetta del portone, dove al calore del riscaldamento centralizzato già cominciavo a scongelarmi, con due serrature da aprire in una precisa sequenza ho ovviamente infilato la chiave in quella sbagliata.

(foto originale Warsaw 7 January 2009 di francescomucio)

Jan 09

La strada per il lavoro

strada
Per andare dalla casetta verde, dove vivo, alla chiave inglese gialla, dove lavoro, prendo due tram che fanno precisamente la strada indicata dalla linea blu. Come mai stamattina mi sono ritrovato al punto esclamativo rosso? Aggiungo che non ho preso il tram sbagliato, né nella direzione sbagliata, avevo il biglietto valido e non ho dormito durante il viaggio.

a) Non ero io, ma il mio gemello cattivo (prossimamente altre informazioni sul caso)
b) C’erano dei lavori stradali non segnalati e mi è andata bene, metà dei tram di Varsavia è nella Vistola ghiacciata.
c) Andava al deposito alle 8 di mattina.
d) Il tram è stato dirottato da un commando di Ucraini che volevano più gas.
e) L’autista ha sbagliato uno scambio e non se ne accorso se non dopo due chilometri.
f) Oggi è venerdì e il venerdì i tram cambiano i percorsi, il martedì scambiano il senso dei binari, il giovedì ogni tram fa il percorso e le fermate di due linee contemporaneamente, la domenica si può salirci solo all’indietro, il lunedì bisogna avere un fiore in mano e fischiare tutto il tempo che si è sul tram, pena una multa da pagare in caramelle e il sabato viaggiano dalle cinque alle undici di mattina e dalle diciotto e un quarto alle ventuno e ventitré ora di Varsavia.

Quello che ho imparato da questa storia è che “quello che qualcuno chiama tram vuoto, qualcun’altro chiama morire di freddo”.

Piccolo indizio, che non indica niente una foto di dove sono capitato stamattina. Al solito si vota nei commenti.
stazione

Jan 07

La giornata dei tombini e altre cose buone da sapere

Warsaw 6 January 2009

Ieri siamo usciti di casa alle sette, con meno diciassette gradi. Come ci ha informato il tassista con meno diciassette gradi c’è meno traffico, perché molte macchine non partono, come l’acqua anche la benzina e il diesel congelano, anche se alle persone normali possono sembrare cose che si leggono solo nei libri di fantascienza o in qualche racconto di Lovercraft.

Comunque un po’ di traffico c’era lo stesso, perché anche le macchine che partono a volte bucano, come la signora che per aspettare i soccorsi non ha messo il giubbottino di salvataggio catarifrangente, anzi a dire la verità è rimasta proprio in macchina, con la pelliccia. Poi due tram si sono incastrati tra di loro, ma non ho capito come e il tassista ha cambiato strada.

Quando fa così freddo i tombini fumano, all’inizio hai l’impressione che a momenti debbano anche sollevarsi e far uscire gli acchiappafantasmi che hanno appena scoperto una misteriosa sostanza incolore che rende i polacchi prima euforici e poi sbronzi, insomma con un paio di bottiglie di vodka. Dopo un po’ ti ci abitui e non ci pensi più, ma appena scendi dalla macchina ti torna in mente l’idea della vodka e i vantaggi di avere uno zaino protonico.

Quanti polacchi ci vogliono per aprire un tombino sotto la neve? Cinque. Uno con una pala toglie il grosso della neve, un’altro con uno scopettone fa un lavoro di fino, altri due usano dei ferri appositi per sollevare il tombino, non prima che il quinto ne abbia preso a martellate i quattro angoli per spaccare il ghiaccio che lo blocca. Non sto scherzando. Cosa poi facesse nel tombino il tipo con il martello, mentre gli altri lo guardavano non lo so, è arrivato il mio autobus.

Quando fa freddo il lato migliore dell’autobus dove sedere è quello dove siede l’autista, perché di solito a lui è riservata una qualche forma di riscaldamento anche sugli autobus più vecchi. Quando ci sono meno quindici gradi la regola del lato dell’autista non vale, vale quella di Capitan Findus e finché raccoglie e inscatola quello seduto accanto a voi vi è ancora andata bene.

(foto originale Warsaw 6 January 2009 di francescomucio)

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