Dormisci
Dormisci,
abbisogni di sogni,
chetàtti,
almeno un attimo.
E’ notte,
dormisci.
Nel settimo capitolo di Dieci piccoli indianirestano solo in sette sull’isola. Una coincidenza? io non credo.
Cari lettori, care lettrici,
scriviamo questo post con le lacrime agli occhi e il bicchiere ancora mezzo pieno di champagne, ma volevamo condividere con voi, che tanto e tanto spesso ci avete sostenuto, la notizia il prima possibile: mucio.net è vivo e lotta con noi.
Il mese scorso un ricco sponsor dell’Europa orientale ha acquistato la proprietà di questo sito che ormai era nuda preda dei commentatori del post su Eros Ramazzotti. Malgrado la spesa non sia stata indifferente, la nuova proprietà ha voluto rintracciare tutti i membri della vecchia redazione e restituirgli i loro precedenti ruoli.
Alcuni come chi vi scrive hanno accettato, altri invece hanno preso in odio perfino il nome di questo sito e si sono rifatti una vita dedicandosi ad attività che fino a quel punto avevano tenuto in disparte, chi è diventato direttore delle poste, chi lanciatore di aquiloni, chi autrice di controindicazioni sui bugiardini delle scatole di supposte effervescenti.
Che altro aggiungere? è tardi ed è tempo di svuotare il bicchiere e rimboccarci le maniche, da domani si torna a scrivere stronzate.
Statevi bene.
Rispettabili lettori, impagabili lettrici,
a causa di insanabili e incomprensibili divergenze con l’editore a partire da oggi la redazione di mucio.net entra ufficialmente in rotta con chi amministra e controlla questo sito. Con questo comunicato ufficiale il comitato di redazione vuole rendere palese anche ai lettori meno attenti l’insostenibilità di una situazione che da mesi si trascina senza costrutto.
Chi segue fin dall’alba di internet mucio.net aveva probabilmente già avuto sentore che qualcosa nella grande famiglia che è sempre stato questo sito si era incrinato: gli ultimi aggiornamenti erano avvenuti a singhiozzo e la qualità era andata barbaramente a rotoli, articoli erano stati commissionati ad agenzie esterne che subappaltavano progetti e/o rubriche a lavoratori indiani o malesi, quando la redazione interna subiva riduzioni di salario, era costretta a prendere ferie e a vedersi minacciata di licenziamenti.
In un caso, su cui ora sta indagando l’ispettorato del lavoro di Resina, una nostra collega, quasi al nono mese di gravidanza, è stata costretta a dare le dimissioni senza periodo di preavviso, fortunatamente non ci sono state conseguenze per il bambino, se non vogliamo chiamare conseguenza l’avere perennemente un’aria afflitta alla Paolo Brosio (clicca sul link per dare un volto all’afflizione).
Ebbene, come durante la lettura di un qualsiasi libro di Susanna Tamaro, è giusto il momento di dire basta e smetterla di farci del male da soli. A meno che non succeda qualcosa di eclatante, come il duomo di Mariconda, se vorrete continuare a leggere mucio.net, da adesso in poi, dovrete scrivervelo da soli sul vostro monitor.
Con questo le trasmissioni si chiudono qui,
Il comitato di redazione di www.mucio.net
Da quando ho ragiunto una certa età, tipo i quindici anni, mia madre per motivarmi a fare cose che non volevo (tipo tagliarmi i capelli o vestirmi decentemente) ha iniziato a dirmi “guarda che sei grande ormai, la brutta figura la fai tu, finché eri piccolo la gente poteva pensare che fosse colpa dei tuoi genitori, ma ormai sei grande”.
E’ un ragionamento che ha anche una sua logica, a volte però, tipo quando sono sotto stress o proprio non ce la faccio più, mi piacerebbe anche che qualcuno si mettesse dalla parte mia e se la prendesse con qualcun’altro, anche per le cose più stupide. E le brutte figure? be’, non è che ci sia troppo da vergognarsi se vado a tagliare i capelli solo se costretto, al fin fine, non mi drogo, ho un lavoro e vivo una vita normale.
Io dico, prendi un Silvio Berlusconi, per esempio, un ottantenne corruttore che si fa iniezioni per farselo venire duro, fa feste dove invita minorenni e zoccole puttane, ha droga in casa e amici che dovrebbero essere in galera. Uno così deve avere avuto davvero una famiglia da due lire.
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