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Incredibile quello che succede in questo libro

Nel settimo capitolo di Dieci piccoli indianirestano solo in sette sull’isola. Una coincidenza? io non credo.

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May 19

La vita sociale del sonno

Dormire che bella cosa
Ieri sera mi sono addormentato alle nove e mezza. Sono un paio di sere che seguo questa politica, ma non sono abbituato a andare a dormire presto, quindi dopo un paio d’ore mi sveglio, ma in queste sere resto a letto e ricomincio a dormire.

Ieri sera verso le dieci e mezza mi ha chiamato mia madre, le solite chiamate delle mamme, come stai, stavi dormendo, vabbè dormi non ti preoccupare. Le mamme sono contente se dormi, anche se hai quasi ventisette anni è come se ti avessero ancora nella pancia, se mangi e dormi va sempre bene.

Ho guardato che ora era sul cellulare e ho trovato un messaggio di una mia amica e le ho risposto, il messaggio non era chiaro, io non capivo niente per il sonno, so solo che per fare lo splendido ho terminato il messaggio con azùcar, perchè il mio cellulare non scrive la �. La mia amica mi diceva che doveva dirmi una cosa per chiarezza, credo di aver fatto anche peggio così.

Poi mi sono riaddormentato e credo di aver sognato di Pallante, figlio di Evandro, che, a capo di esercito di arcadi, si unisce ad Enea per combattere contro i Rutuli, guidati da Turno. Enea e Pallante si dicevano un sacco di cose virili e si stringevano la mano prendendosi per l’avambraccio. Dopo c’era solo Enea, pensieroso e triste che aveva saputo della morte di Pallante ucciso da Turno, e mentre dal mare si vedeva arrivare la luce del giorno Enea disponeva su un grosso albero dai rami tagliati le armi e l’armatura di un condottiero avversario sconffitto. Poi parlava ai suoi della battaglia e anche di Pallante e diceva qualcosa come “di virt� maturo e d’anni acerbo”.

Quando stamattina sono salito in macchina poi, mi sono ricordato di aver sognato anche qualcuno che parlava male della mia macchina, una ragazza forse. Alla mia macchina non l’ho detto, ma l’ha capito se non ho acceso lo stereo fino alle nove e per sentire solo People at power ad un volume più basso del solito.

Nel disegno: un dettaglio di uno sfondo per il desktop di David Lahman, l’ideatore di The Iconfactory.

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May 16

Incipit

Ok lo ammetto, non ce la faccio più, scrivo questo post, solo per non vedere la foto che sta qui sotto ogni volta che apro il browser.

Io adoro gli incipit, le prime due righe di un libro sono la cosa che mi spingono a comprarlo di solito, ho bisogno di incipit fulminanti e mi piace scriverne, l’incipit è quasi sempre un’ispirazione di un momento che colpisce e rimane fisso nella testa, a volte per giorni o settimane, ha in sè tutto quello che verrà dopo di lui e molte altre cose, d’altra parte l’incipit spesso è perfetto è chi scrive ciò che viene dopo che non è all’altezza.

A me un incipit che fa impazzire e che trovo semplicemente geniale è:

Tiene mente ‘sta palomma
comme gira e comme avota

La canzone se volete cercatela voi, ma già le prime due righe aprono un mondo di possibilità, poi Buongiovanni e Di Giacomo fanno bene anche il resto, ma questi primi due versi sono un incipit perfetto.

Un po’ di analisi tecnica per le capre.

Si comincia con un imperativo rivolto a chi ascolta (o, nel nostro caso, legge), un imperativo forte, “Tiene mente”, tieni in mente, cioè osserva, fai attenzione, ricordati, ma in napoletano si sarebbe potuto dire anche “statte accorto, arricuordate, guarda bbuono”, invece “tiene mente” è proprio un fissati bene nel cervello questa cosa che ora ti dico, perchè ti devo spiegare qualcosa a tal proposito.

La cosa da tenere bene in mente è questa colomba, quindi un uccello abbastanza comune e che ad una prima occhiata non ha nulla di eccezionale, se non il fatto di essere indicato con il dimostrativo “‘sta” quindi la colomba è vicina a chi parla e a chi ascolta, una vicinanza emotiva e che carica ancora di più d’aspettativa chi ascolta.

Dell’uccello ci viene subito specificato il sesso, un colombo femmina, la cosa ci fa subito pensare che gli autori vogliano parlarci di qualcosa che è legato alla sfera dell’amore o dei sentimenti e l’immagine della colomba, con tutti i suoi significati simbolici, di purezza e innocenza, ci fa credere che si parlerà di una storia d’amore nella quale la protagonista, molto probabilmente rappresentata dalla colomba, sarà vittima inconsapevole di qualcosa o di qualcuno, probabilmente proprio del suo stesso amore o comportamento.

Allo stesso tempo intuiamo dal primo verso intuiamo che chi ci sta parlando è coinvolto dalla storia e guarda alla colomba con un misto di preoccupazione e di affetto, altrimenti non ci chiederebbe di prestare così tanta attenzione, tiene mente, ad un animale così insignificante, ‘sta palomma, di cui però l’autore conosce perfino il sesso e in particolare il suo essere femminile.

Il secondo verso contiene una ripetizione “comme gira e comme avota”, descrive il comportamento della colomba, con due termini, gira e volta, che spesso sono usati come sinonimi, ma che qui sottolineano il comportamento confuso e ossessivo dell’uccello. Questa ripetizione ha l’unico scopo di farci soffermare sull’inusuale comportamento turbato da qualcosa della colomba e di convolgerci ulteriormente a livello emotivo.

Adesso l’incipit è concluso, le orecchie di tutti gli ascoltatori sono tese per ascoltare la storia di questa colomba, la voce del cantante e la musica che l’accompagna, meglio allora fare silenzio, sedersi e lasciare perdere tutte queste sciocchezze che scrivo sugli incipit.

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May 14

CatMucio

Supereroi di oggi Foto Babelez (c)

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May 13

Mannaggia a

trastevere by night

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May 12

30 000 e non li dimostra

30000 Bombonera Avere una macchina che è un antistress fa passare un sacco di problemi.

Il rituale è ormai sempre lo stesso, esco dall’ufficio, salgo in macchina, metto in moto, accendo la radio, apro il tetto, apro i finestrini anteriori che sendono giù da soli, apro quelli posteriori, metto la retromarcia ed esco da parcheggio, schiaccio la rotella per aprire il tetto per farlo scendere fino in fondo e coprire il lunotto posteriore, poi metto la prima e parto, girando in curva sempre un po’ più tardi del dovuto per sentire (o credere di sentire) la macchina che si piega come le citro�n di una volta.

Qualcuno vuole provare a fare un giro? come qualche settimana fa, a Roma, una birra e una capirissima, di notte, con gli Smash Mouth a palla, in compagnia di gente simpatica, senza femmine rompiscatole, quasi per festeggiare la cosa, ora lo so, con quel sorriso beffardo che mi fa sempre rischiare di prenderle. Passando i semafori usando l’altra corsia di marcia per superare chi è ancora fermo, come le mini azzurre e bianche, che sembrano uscite da una fabbrica di supposte colorate. Finche non ha iniziato ad andare in funzione l’ABS sui sampietrini bagnati, a quel punto ho rallentato, poco dopo c’era anche la cornetteria.

Aldilà delle minchiate questa settimana La Bombonera ha superato i 30 000 chilometri, quando l’ho presa pensavo li avrei fatti in tre anni, invece ci ho messo meno di dieci mesi.

Il viaggio più lungo è stato il Salerno-Parigi dell’anno scorso e si accettano prenotazioni per fare un weekend lungo in qualche altra parte dell’europa, quest’estate ai primi di agosto, per festeggiare il compleanno vero. Pensavo di andare in Inghilterra per passare il tunnel della manica o arrivare a Mosca, di possibilità ce ne sono tante.

Consuma un po’, è un po’ stretta dietro e a ripresa sta messa male, però a volte credo che non riuscirò ad innamorarmi più di una donna finchè avrò questa macchina.

(nella foto: non capita a tutti di avere un antistress nella macchina uguale alla stessa)

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Mucio

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