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Archive for the ‘Straparlare’ Category

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Dec 02

Consulenti Accenture

Una delle più note società di consulenza informatica in Italia è Accenture, una società che secondo molti fa curriculum, ma dalla quale non appena si ha un po’ di suddetto curriculum molti scappano cercando posti migliori dove la qualità della vità è migliore. Per farvi rendere conto della cosa sappiate che i consulenti di Accenture devono andare in giro in completo nero, non blu, nero, sempre, anche se andassero a lavorare presso dei pozzi di petrolio. L’utilizzo di giacca e cravatta è abbastanza normale nel mondo della consulenza, ma non di meno è una minchiata, perchè se ha senso in banca, se, però, sei a contatto con i clienti, lo ha meno quando lavori in posti più alla mano come nella grande distribuzione. Secondo qualcuno questo serve per dare una certa immagine della figura del consulente e della società a cui appartiene, è vero, ma vale per le prime due settimane, dopo sembra solo di avere a che fare con degli spaventapasseri.

Comunque dove lavoro ora di consulenti di Accenture ce ne sono cinque che andremo subito a descrivere. Prima di cominciare una semplice premessa, i cinque arrivano sempre insieme al mattino e vanno via insieme alla sera, si coordinano per andare a mangiare, facendo anche i turni, "Cip e Ciop vanno ora, noi andiamo dopo, sei d’accordo?", è normale andare a pranzo con i colleghi, ma ogni volta che li sento fare discorsi simili rimango sempre perplesso.

Cominciamo.

Consulente maschio n. 1: Milanese, è il capo del gruppo di lavoro qui, coordina gli altri e svolge il suo lavoro alacremente. E’ sicuramente capace in quello che fa e avrebbe tutto il mio rispetto, fatta eccezione per il fatto di lavorare per Accenture e il modo di vestirsi. Ha i capelli sempre in ordine con una pettinatura anni 80 di quelle che lasciano la fronte scoperta sotto l’arco dei capelli, ogni tanto se li sistema con un gesto carico di nonchalance. Il suo gruppo si occupa di una delle cose più noiose del mondo, scrivere testcase e farli fare agli utenti. Cioè deve descrivere come si utilizza un programma, ipotizzare delle prove e farle fare. Molto spesso queste prove sono simili ad altre, ma ad una cosa così mortalmente noiosa, lui aggiunge un dose di umorismo milanese da taglio delle vene. Espressione tipica "Idem con patate".

Consulente maschio n. 2: Il conte di Lafèvre. Alto, capelli ricci effetto bagnato, stempiato, profilo affilato, incarnato pallido. Il conte di Lafèvre con i suoi modi mai fuori le righe e sempre tenui e misurati, porta negli uffici un’aria di eleganza e di decadenza che rende il lavoro di tutti più triste e deprimente. Prima lo si vedeva ogni tanto al telefono ora non più, probabilmete richiamato all’ordine da un superiore, deve ingoiare l’amaro boccone del lavoro subordinato lui che è nato per la poesia, l’arte e il giuoco del polo.

Consulente femmina n. 1: Biondina, magrina, compita, per qualche strano motivo non riesce ad allontare le braccia dal corpo per più di quindici centimetri. Si siede al computer e fa quello che numero 1 le dice di fare, sta lì, compie il suo dovere. Mai vista con del codice SQL più lungo di sei o sette righe. Il suo problema più grave è la trombetta che ha ingoiato da piccola, parla come le oche dei film americani quando c’è la bionda oca che parla come un’oca, scusate la ripetizione, ma davvero non credevo potesse esistere sul serio una voce così. Espressione tipica "Peppeppè!"

Consulente maschio n. 3: Di altezza medio-bassa, ma confrontato con gli altri due di sopra, sembra più basso e rotondo quanto in realtà sia, inoltre la calvizie incipiente gli consiglia di tenere un basso profilo sul fronte capelli, quindi con la sua testa rotondetta rasata completa l’insieme. Non so bene cosa faccia e come lo faccia, però sembra sempre parlare di cose importanti e si scosta sempre un po’ quando gli si avvicina troppo, allontandosi per terminare i suoi discorsi. Se Accenture non fosse una società così seria direi che è la mascotte del gruppo.

Consulente maschio n. 4: Il capo della spedizione, capello molto corto brizzolato attaccato alla testa, pizzetto mefistofelico che copre tutto il mento, sorveglia e dirige i suoi uomini passando da una riunione all’altra, compilando piani di lavoro con Excel e facendo leva sulla sua figura diabolica. Se lo si incontra alle macchinette del caffè, impiega un attimo a spostarsi in corridoio per terminare la sua conversazione riservata con numero 3, probabilmente l’unico dei suoi uomini a dargli ancora retta. Per Accenture numero 4 è essenziale, sono figure come lui che permettono di far salire il fatturato mantenendo all’estero quell’immagine così faticosamente costruita a colpi di completi scuri.

Nella foto: Si credono sportivi

Nov 24

Come salvare il mondo in quattro mosse – How to save the world in four move

Nov 23

Il post di lunedì… di mercoledì

I signori di Aruba hanno finalmente deciso di spostare www.mucio.net dal server dov’era ad un altro, quindi nel giro di 24/48 si dovrebbero risolvere i problemi che ogni tanto rendono impraticabile questo blog. – Update – Invece non hanno risolto nulla, o almeno per festeggiare il centesimo post ho dovuto chiamarli un paio di volte, ora funziona tutto, scusate per il disagio.

Questo però vuol dire anche che questo post, che è il 100 di questo blog probabilmente si perderà nel passaggio di server, quindi ne approfitto per comunicarvi un po’ di cose di dubbia utilità che a voi piacerà sapere. – Update – A quanto pare è salvo, ma se porta sfiga questo post, vedrò di spedirvelo via mail.

Prima di tutto La Bombonera non è più vergine, oggi in pausa pranzo si è accesa quella spia arancione che non si capisce cosa sembra, ma quando si accende sembra sempre una cosa brutta. Comunque sono andato dal concessionario dopo il lavoro, uscendo anche un po’ prima e fortunatamente mi ha sistemato la macchina in una mezz’ora, cambio della bobbina o qualcosa del genere, la macchina funziona di nuovo perfettamente, la spia non s’accende più e sono uscito prima dal lavoro.

Su una rivista di musica, che forse è Rolling Stone, c’era una copertina con Jovanotti, in una posa da minchione, poi c’erano anche delle scritte rosse che volevano informarci sui problemi del mondo dei quali parla Jovanotti, mancavano solo l’aborto e la massa oscura dell’universo eppoi le banalità ci sarebbero state tutte.

Tra l’altro mi chiedevo l’altro giorno, ma i Rolling Stones sono mai stati giovani, cioè dei Beatles ci sono delle foto ma dei Rolling Stones giovani e sminchi non ne ho mai viste? D’altra parte, riflettendoci poi ho pensato, avendo cominciato a fare musica ai tempi del melodramma è facile che non ci siano foto, nè loro nè di Monteverdi.

Il telefilm che ha fatto il botto l’anno scorso, Everwood. Mamma mia, inguardabile, pieno di banalità passate per esempi di saggezza perchè dette dal personaggio cinquantenne, credo che a breve inventerò la slot machine di perle di saggezza.

Figlio (che soffre perchè lasciato) "sono patetico?"
Padre (e pirla di saggezza) "sei umano."

No, siete due coglioni. Che poi le cose più gravi, delle quali non si può parlare direttamente, quelle che turbano le famiglie, le madri piangono, i padri si incazzano ecc. ecc. sono le scopate, il sesso e i rapporti sessuali. Come? bene o male sempre la stessa cosa? Non avevo notato e forse nemmeno loro.

Qualche giorno fa mi sono dimenticato la chiavetta usb attaccata la portatile quando l’ho infilato nelle borsa, si è un po’ piegata e mi sono dato del coglione. Qualche giorno dopo l’ho rifatto, chiavetta piegata anche di più, due volte coglione, potete anche infierire. A quel punto funzionava una volta su due, ma io ho insistito ad utilizzarla, quindi ora non ho più la quinta parte del caso Lapo Elkann, che dovrò riscrivere. Oggi, cioè ieri, ho portato la chiavetta in garanzia. Incrociate le dita.

A proposito di Lapo, nelle ultime settimane le campagne pubblicitarie della Fiat hanno perso consistenza, o forse è solo una mia impressione? Alla radio ne sento poche (certo la tengo sempre spenta ultimamente), ma anche in televisione non se ne vedono più. Probabilmente è una scelta della casa, quello che temono è che vedendo o sentendo Fiat si pensi prima a Lapo e poi alle macchine. Come dargli torto? – Update – Meno male che ci sono degli amici che continuano a ricordarlo e a sputtanare soldi anche per lui. Lapo torna, il quadro te l’hanno messo in conto.

Vorrei segnalare che qualche giorno fa è morto Age, di Age e Scarpelli, uno dei grandi sceneggiatori del cinema italiano di una volta, quello che con tutti i suoi difetti riempiva i cinema e arrivava anche all’estero. Per me erano dei grandi, vedere i loro nomi prima di un film di Totò era come vedere quello di Chunk Jones prima di uno di Bugs Bunny, la certezza che se non è un capolavoro è poco più sotto. Io non so chi ne abbia parlato, ma a me piace ricordarlo così, in mezzo a tante altre stupidaggini, per non farvi capire cosa vuol dire per me.

Altra cosa importante, sono stato indotto in tentazione. A casa è finito lo zucchero di canna, che è uguale allo zucchero raffinato, stesse calorie e se ha quel colore bruno è solo perchè vi aggiungono del caramello, ovvero altro zucchero riscaldato, altro che meno lavorato. Comunque mi è finito lo zucchero e alla fine ho ceduto, nessuno mi era vicino nel momento del bisogno, quindi ho comprato lo zucchero in zollette.

Stamattina l’ho aperto con una ritualità tutta religiosa, ha illuminato la stanza, quel biancore lucente formato da tanti piccoli mattoncini, non credo che un lingotto d’oro o d’altro possa essere più bello. Togliere le zollette poi e lasciare il vuoto ha qualcosa di archeologico, sembra di smontare qualche antico palazzo di mattoni o cose simili. Però sono stato buono, due nel te e una mangiata direttamente.

Stamattina c’era traffico per venire a lavoro. A casa mia di solito il traffico si forma quando piove, qui invece è il contrario, come se rallentassero per arrivare un po’ dopo in ufficio e potersi godere un po’ più di sole. Non è una cosa del tutto negativa.

Google Analytics funziona, ora finalmente so che ci sono due che mi leggono, o almeno passano di qui, arrivando da Hanoi, grandi amici di Hanoi (I like Hanoi, you are welcome on www.mucio.net). Vabbè cosa non si fa per il proprio pubblico.

Nov 15

Compagni di banco oggi

mucio: quando ti laurei?
Yota: e ke ne so….
Yota: sto ancora studiando quell’esame
Yota: hai fretta?
mucio: sì, sennò quando ci sposiamo noi due?
Yota: senti, di questo dobbiamo parlarne
Yota: per ora non voglio impegnarmi seriamente
Yota: di matromonio non voglio sentire parlare per ora
mucio: guarda che nove mesi passano in fretta
mucio: e a noi ne sono rimasti solo 4
mucio: sei il solito porco
Yota: no ascolta, non sto cercando di fuggire dalle mie responsabilità
mucio: anche un po’ coglione, visto che hai pure il minchio lì in alto
Yota: lo voglio ancora il bambino…
mucio: da quello che dici non si direbbe
Yota: non è vero, sei tu ke non ti fidi….
Yota: il fatto ke non ti voglia sposare non vuol dire ke non ti amo…
mucio: se se prima, onore, patria e famiglia e poi non mi sposi
Yota: il nostro rapporto va al di là del matrimonio…
mucio: mio patre ha già detto che se non mi sposi ti scarica la lupara nelle ginocchia e se dopo non mi sposi anche un po’ più in alto
Yota: ascolta: lascia stare tuo padre, scappiamo insieme, andiamo in Uruguay
Yota: apriamo una Fazenda
Yota: e cantiamo e balliamo canzoni sarde
Yota: apriamo pure una scuola di ballo a forma di nuraghe
mucio: no, nella fazenda ci sono i coglioni della talpa o di quei programmi di italia uno
mucio: e io la defilippi a casa mia non la voglio
Yota: sei il solito razzista, non puoi insegnare al figlio ke verrà l’odio per i transessuali…
mucio: allora tu smettila di tirare coca, io due più due lo so ancora fare
Yota: quello ke faccio con le "medicine" saranno anche cazzi miei, non sono io ad avere in grembo un bambino e a scolarmi il Four Roses ogni sera…
mucio: che schifo, quella merda la berrà la tua amichetta a me fa venire sempre mal di testa, versami del rum e butta la spazzatura mo che porti a pisciare il tuo cane
Yota: senti non ti permetto di parlare così di Erza, lei è una donna di classe…
mucio: Terza? quella terrà una prima scarsa? tu fai la fine del tuo idolo Lapo Elcane, quello però almeno teneva i soldi
Yota: Senti, dai una cosa, quel mostro ke hai in grembo, cacalo stanotte, ke secondo me a furia di fare la puttana, o non è mio, oppure gli hanno fatto fin troppi sciampi da qnd è stato concepito…
mucio: come ti permetti di parlarmi così? sì è vero, adesso ti tiri indietro come il coso moscio che tenevi tra le cosce quella sera, schifoso, e ti fai chiamare pure uomo, puah
Yota: intanto ti è piaciuto, tanto ke quando stavo per venire, e volevo uscire tu mi hai trattenuto e mi hai graffiato pure il culo….
mucio: non ti graffiavo cercavo di tenerti nel posto giusto che eri così ubriaco che non sapevi manco dove lo stavi mettendo e poi… perchè mi chiamavi Gianfranco?
Yota: ro ubriaco xkè per scoparti bisogna per forza essere ciucchi come i pastori sardi, e ti chiamavo gianfranco perchè è il secondo nome di mio nonno, quello ke mi diceva: non esistono donne troppo brutte, solo bicchieri troppo piccoli. Chiedevo a lui di darmi la forza: Gianfranco,aiutami tu…
mucio: La forza di tuo nonno, se se, meno male che ti ho infilato il manico di quella scopa in culo altrimenti era meglio se mi scopavo tuo nonno, lui almeno ha avuto un rigor mortis, tu solo il mortis
Yota: certo, parli tu ke la tua migliore esperienza sessuale l’hai avuta con tuo cugino di 13 anni, ke ancora non aveva fatto lo sviluppo, e lui tanto te l’ha dato xkè eri sua cugina e se no sua mmamma lo cazziava…
mucio: guarda, parli tu che la prima volta che l’hai fatto non ti sei potuto sedere per due settimane e andavi ripetendo a tutta la tua classe vandandoti "nel culo non fa figli, ma fa male se lo pigli"
Yota: si almeno, quella volta ebbi l’orgasmo, tu non riesci neanke a trovarlo sul vocabolario
mucio: certo, da quando sto con te arrivo fino a origami e solo quello posso fare per farmi passare il tempo che ci metti a trovare un cazzo di buco, per fortuna che quando lo trovi poi ci metti poco. Se corressi potresti tentare il record dei cento metri
Yota: no guarda, il problema è ke prima, ci metto molto perchè proprio non ce la faccio,…
Yota: poi chiudo gli okki e cerco di immaginarti bona e tosta…
Yota: e cmq è il ribrezzo ke mi fa finire presto
mucio: il ribrezzo? intanto stai sempre qua, perchè ormai la tua puzza tiene lontane tutte le altre zoccole che prima ti facevi e io sono l’unica che ancora ti da retta per colpa di sto figlio di puttana che non fotte a uscire
Yota
: meno male ke lo sai ke è un figlio di puttana,,,e cmq….cambiando discorso, ma quella tua amica me la fai consocere, è molto simpatica?
mucio: certo, credo che possa essere di sicuro di tuo gradimento, è bionda, occhi azzurri, belle tette, fisico asciutto, culo sodo e labbro salvagoccia
mucio: le piace fare il culo alla gente, ma per te non è un grosso problema vero
mucio: anzi credo lo sarà, perchè grosso è grosso
Yota: dolcezza vado a dormire…a proposito, ma come lo chiamiamo?
mucio: non so a me piacevano il tuo secondo e terzo nome, potremmo darglieli entrambi, stronzo di merda secondo me suona proprio bene.

Oct 18

Ulteriore weekend a Milano

Venerdì

Finito il lavoro, tardi, alle sette, passo alla Coop a prendere mortadella e vino Aglianico del Vulture e Greco di tufo, giusto per essere campani e campanilisti. L’impresa è arrivare in via Palermo, dal mio amico, con le indicazioni di via Michelin, alla fine metto via il mio orgoglio virile e chiedo indicazione ad un signore over 50 su una smart con la mela della apple tatuata sulla portiera, miracolo, becco uno degli ultimi mille abitanti di Milano a parlare con accento davvero milanese (quelli che parlano il dialetto sono meno di 50, stime del comune di Milano).

Arrivato dal mio amico decidiamo che l’Aglianico non lo conserveremo per la festa della sera successiva. Buono.

Serata all’inaugurazione del locale del Ventaglio, quello dei villaggi vacanze, andiamo perchè un amico di un amico ci fa entrare gratis, una specie di discoteca dove la popolazione femminile è composta così:

50% minorenni o barely legal
20% vecchie, quarantenni con le rughe di mia nonna
30% brutte, cesse e ancora peggio

Scopo della serata: scroccare la torta a chi festeggia il compleanno, riuscito, ma il risultato non è positivo.

Come dice il saggio: al di sopra di Napoli le pasticcerie sono solo una pallida imitazione.

Scommessa della serata: ti do dieci euro se svegli quel tipo con uno schiaffo. Così mi inviti a nozze.

Usciti dal posto, l’unica cosa aperta sono i napoletani che fanno i panini, ci si adatta.

Tornati a casa utilizziamo la videocamera per mettere su il nostro show, argomenti della puntata:

– Tre pensieri importanti.
– La chiesa non riconosce le stigmate del mio amico e perchè?
– Il cardinale Ruini e i gay.
– Perchè ci sono gli uomini che vanno coi trans?
– Pensierino della buonanotte.

Sabato

Sveglia presto, riversato il contenuto della cassetta sul pc, salto alla Fnac a rinnovare la tessera, comprato "La vita, amico, è l’arte dell’incontro" di Sergio Endrigo, Vinicio de Moraes, Giuseppe Ungaretti e Toquino.

Tornato a casa alle tre il mio compare ha deciso di svegliarsi e di preparare per la festa della serata. Pulizie generali e tentativi di preparativi. Alla fine la casa era presentabile e proponibile per mostre, esposizioni e vernissage, però roba piccola, non più di venticinque-trenta persone.

La festa va bene, non c’è molta gente, la sangria è buona, checchè ne dicano a me piace, il brachetto portato da un’invitata (risaputamente vino da femmine e femminielli) non viene aperto. Il couscous viene promosso a pranzo del giorno dopo e la mortadella a cubetti magicamente finisce.

Una tipa prova a convincermi ad andare al Luminal, presunta discoteca milanese, com’è e come non è, a me scoccia andare in un posto con il nome di un medicinale della Santacroce, per la serie, mi stai sui coglioni a pelle. Rimaniamo in casa a fare le ultime chiacchiere con l’altra organizzatrice della festa e il suo ex, che non si prendere responsabilità però ogni tanto una botta e via si può sempre fare. Carina, attiva, svampita, fa l’illustratrice e me ne sarei potuto innamorare, peccato che fossimo incompatibili caratterialmente. E chi vuole capire capisce. Un giorno scriverò di lei.

Andati via tutti andiamo a fare un salto a questo Luminal, saranno le tre e mezzo, mi sono già lamentato del fatto che a Milano tutto chiuda prestissimo? sì, mi pare di sì. Arriviamo e io mi metto a guardare chi viene cacciato dai buttafuori mentre decidiamo se entrare o meno. Così escono le tre che erano alla festa con altri amici, pare che anche le discoteche a Milano oltre le quattro non vadano, la vita notturna di questa città mi pare la vita pomeridiana di casa mia.

Quella che mi aveva invitato prima dice che è stanca e la accompagno a casa con la macchina, non ci volevo provare, però fare il tipo gentile e simpatico mi piace tantissimo, mi piace fare credere. Alla fine mi dice quelle cose che si dicono sempre, risentiamo, rivediamoci, saranno di circostanza o meno, ma non ci pensavo proprio a prendermi il numero o altro. Ancora adesso mi chiedo perchè l’ho accompagnata e l’unica risposta che mi viene è perchè sono una faccia di ca…

Scoperta della serata: per scrivere meglio il rum della sangria, la sangria rende meno precisi, il rum è più netto e non fa divagare.

Scoperta della mattina: con la sangria si dorme benissimo e ci si risveglia freschi e riposati.

Domenica

Sveglia all’una, c’è anche Sergio, il nostro bel trio ripulisce il couscous, il greco di tufo e assaggia il porto, Sandeman, se qualcuno conosce delle marche migliori si facesse avanti, perchè mi sa che sta per scoppiare un nuovo amore. Salto pomeridiano alla FNAC, dopo macchinoso giro del centro milanese: Danny, il campione del mondo di Roald Dahl.

Serata a Seregno alla pizza della cugina di secondo grado di Gianni, cioè un’occasione così inutile che era assurdo sprecarla. I miei compari non abituati alla moda milanese credono che come si usa fare giù il festeggiato offra e i suoi amici gli fanno il regalo, insomma quasi alla pari. Invece da Roma in su funziona che il festeggiato sceglie il locale e gli altri pagano cena e regalo, ma a me non mi credono, nemo profeta in pizzeria.

A Seregno la pizza si fa con il pane carrasau, poco interessante variante. Il pizzaiolo non ha tutti gli ingredienti perchè il posto l’indomani chiuderà per un mesetto per lavori. Nel locale è pieno di televisioni, il posto si chiama Cinecittà, i telvisori trasmettono Bodyguard, con De Sica e Boldi, non c’è l’audio, ma non serve.

Per quanto Seregno sia un posto qualunque dell’interland milanese o almeno lo spero per loro è meglio di altri posti del profondo nord visti in precedenza. La moda è comunque sul tamarro andante, ma la fauna vale l’apertura della stagione di caccia.

Il tavolo comunque è un ritrovo di informatori farmaceutici, farmacisti e aspiranti tali, fortunatamente le mie conoscenze mediche mi permettono una brillante conversazione anche in un ambito così specialistico: esistono le Zigulì generiche?

comunque a Seregno c’è un locale simpatico dove ci sono i cuscini e i materassi a terra, curato, tenuto bene, cocktail non ottimali ma insomma, peccato per la posizione e che fosse aperto solo perchè l’unico gestore/cassiere/cameriere stesse intento a leggere un libro e non perchè ci fosse gente.

Vista l’ora sono rimasto a dormire a Milano.

Lunedì

Sveglia ore sei, ore sei e un quarto in macchina, ore otto e dodici a casa, cambiato, camicia, maglione e ufficio.
 
Primo incontro con la nebbia intorno casa, per poco non mi schianto contro due ipnotiche luci bianche, un trattore con ruote di un metro e settanta di altezza.

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