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Archive for the ‘Straparlare’ Category

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Apr 20

Sabato santo subito

La mia sorpresa di Pasqua ha un paio d’anni meno di me e anche un paio di decine di centimetri.

Trovata dopo la mezzanotte di sabato, sul gradino davanti all’Alcool Cafè, all’altezza giusta per guardarla negli occhi, con gli stessi capelli, gli stessi occhi, lo stesso naso, forse più sottile di come lo ricordavo, mancava solo lo zaino per andare a scuola.

La mia sorpresa di Pasqua è stata tornare indietro di dieci anni. A quando avevo sedici anni, e li avevo proprio all’imperfetto, come nel libro che mi accompagnava all’epoca, a quando è semplice dare le facce che vuoi ai personaggi dei libri che leggi.

Mi piaceva la sua compagna di banco, erano in classe di mio cugino, due anni sotto la mia, stessa sezione. Era l’anno in cui ho cominciato ad essere come sono ora, prima ero fondamentalmente inutile, e sarebbe stato l’anno in cui la mia matematica avrebbe toccato l’apice e avrei scoperto che scrivere mi piace anche di più.

Se volete sapere come finì con la sua compagna di banco, vi dico solo male, non ho mai saputo come si fa ad essere carini e gentili con le ragazze e alla prima esperienza non potevo essere migliore di adesso. Fortunatamente poi arrivò l’estate e le cose andarono meglio. Lei cambiò scuola, invece la mia sorpresa di Pasqua no.

La mia sorpresa di Pasqua ha nome e cognome che per me sono un unico mantra e li pronuncio tutti attaccati, lei è carina, piccola, dolce. Anche se ha venticinque anni è uguale a quando ne aveva sedici, due esami alla laurea, un sacco di altre cose in mezzo, però uguale e io stavo lì a guardarmela e a ridere.

L’ultimo anno del liceo spesso facevamo la strada insieme per tornare a casa, fino alla fermata dell’autobus, la sua compagna di banco aveva cambiato scuola e io avevo cambiato partito, meglio le rosse delle more. E qualcuno dei compagni di merenda se lo ricorda ancora. Alle bionde ci sarei arrivato qualche anno dopo.

Quello che mi ricordo di quel periodo è soprattutto la luce del sole, ad aprile e maggio, quando la scuola sta per finire, quando sta per finire il liceo, con il cielo azzurro alle spalle della scuola. Oppure l’asfalto della strada fatta più di mille volte, due volte al giorno, in salita all’andata, in discesa al ritorno, quasi uno specchio bianco sotto il sole.

Gran parte è racchiuso in un album di polaroid a casa mia, foto e testo, non più di 11-12 foto. Una polaroid comprata davanti alla prima Feltrinelli a Salerno, appesa ancora adesso in camera mia, ogni tanto la uso ancora, presa con non mi ricordo quali soldi avanzati da cosa.

Poi io sono andato in giro e a Salerno ci sono poco e, a quanto mi dicevano, lei s’era fidanzata con uno che aveva un gruppo, musica terribile, cioè va bene il reggae, ma non quella roba terribile. Qualche volta l’ho rivista, di sfuggita, non come sabato che ci sono stato a parlare e a chiacchierare e a bere insieme, anche il suo mohito che non le andava più.

Per qualche anno, quando ero a Napoli a ingegneria o i primi tempi a scienze della comunicazione, quando ripensavo al liceo, mi veniva lei in mente e sorridevo, un po’ felice e un po’ di nostalgia. E ancora oggi mi chiedo se non mi fossi innamorato della compagna di banco sbagliata.

Mar 31

Vestiti

I miei vestiti oggi:

le scapre le ho comprate a Parigi;
il pantalone a Milano;
la maglietta a maniche lunghe è un regalo da Genova;
il maglione preso a Salerno;
le mutande e i calzini al mercato.

Ho prespunto da qui, anche se poi ha cambiato. Vorrei diventasse la nuova catena del web, la fate girare voi senza che io vada ad invitare gente?

Mar 24

Saper usare le parole

Saper usare le parole è bellissimo, è la cosa che probabilmente so fare meglio, ma a volte mi lascia spossato.

P.s. A furia di tirare, la corda si rompe. E domani è l’ultimo giorno.

Mar 24

Una porta

Nel mio ufficio hanno montato una porta nuova. Non proprio nel mio ufficio, in corridoio. L’altro giorno sono venuti degli operai e prima di sera avevano montato una parete con una porta proprio all’inizio del corridoio. Nessuno crede che quella sia una porta vera, infatti si apre non appena qualcuno la sfiori.

Ha il maniglione antipanico rosso, è nuova e non ha nessun problema, però appena la tocchi si apre. Non devi nemmeno girare completamente la maniglia o spingere in fondo il maniglione, appena appoggi la mano la porta si apre. Forse tra qualche giorno ci si abituerà all’idea e comincerà a chiudersi come le altre, a svolgere il suo lavoro di porta e a stare chiusa quando nessuno la apre.

Nel frattempo è strano notare nel corridoio qualcosa, che nessuno pensa sia lì, e questo qualcosa cercare di accontentare il pensiero comune. Nel mio ufficio hanno montato una porta timida e insicura.


Technorati Tags: porta, maniglione antipanico, corridoio
Mar 20

Oggi è il giorno un poco matto

Oggi è il giorno un poco matto
che ti mette sotto scacco,
quando la pancia è piena di vermi
che non vogliono stare fermi.
Forse che è marzo o la primavera
fa ancora freddo quando vien sera,
ma la notte è assai peggio se provi a pensare
ti trovi distrutto al tuo funerale.
Sorrisi spezzati, croci inchiodate,
dita sottili e mai accarezzate,
pelli d’avorio, spalle di perla,
occhi di giada e un po’ di Nutella,
se fosse la notte un cielo parlante
ce ne direbbe non poche ma tante.

C’è quella del tipo che soffre d’amore,
perchè il suo tesoro attende per ore,
ma lui non si accorge, o povero fesso,
con più di un amico lei ama far sesso.

C’è poi il poeta, solo, che aspetta,
seduto in disparte di aver la sua fetta,
ma se nella vita nulla ti è dato,
l’avere in amore è sempre rubato.

C’è quello che crede di essere dio,
più in gamba e più furbo di tutti son io,
che cerca tra mille un mero riflesso
di uno spropositato ego represso.

C’è il tipo confuso, che non sa cosa fare,
prendere, dare oppure lasciare,
vorrebbe un consiglio, ma poi su che cosa?
La vorrebbe mamma, moglie e anche troia.

C’è quello che vuole svuotare l’eccesso
di una benzina che non vende la Esso,
in tempi di aumenti lui la offre omaggio,
ma contro si trova il marketing selvaggio.

C’è la storia di quello che con stridi di gatto
ha preso lezioni di chiatarra o di basso,
ma a ben poco serve scoparsi uno  strumento
se la tua sicurezza e sotto il pavimento.

C’è quella del tipo che è andato lontano,
in cerca di un cuore e di una bianca mano,
da solo è tornato, con sua gran meraviglia,
e adesso le odia, le schifa e le umilia.

Di un altro invece la storia è assai buffa,
lui va nella giungla, scappò dopo truffa,
lei ha un nome difficile, è portoricana,
lui la chiama Cita, lei sotto ha la liana.

Un pastore povero che mai la passione
avea conosciuto se non per un montone,
la volta che vide un nudo corpo di donna,
cadde in ginocchio come con la Madonna.

C’è chi donne ne ha viste infinite
e tutte le ha stese nel letto sfinite,
a qualcuna ha lasciato un pegno d’amore,
una lettera, un bacio o solo l’odore.

C’è quello che sfrutta il suo bell’aspetto
per trarne vantaggio e parecchio diletto,
ma spesso si trova a parlare da solo
un dildo di carne, è quello il suo ruolo?

La storia più bella è quella del re,
che voleva tutte le donne per sè,
quelle dicevano di sì cento volte
ma non solo al re dalle corna ritorte.

Son tutte storie un po’ tristi o infelici,
ma lo scopo dei vermi è pescare le alici,
la notte beffarda si diverte con poco,
e vuole vedere chi ci casca di nuovo,
però rimane da sola, sospesa,
restando a guardare muta ed offesa,
perchè è vero che lei ha tutte le stelle,
però invidia chi ha in pancia farfalle.

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