I gay le danno ai russi
Non sono io che lo dico, è Tarantino che lo spiega bene a Christian Slater qui sotto.
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Non sono io che lo dico, è Tarantino che lo spiega bene a Christian Slater qui sotto.
Questo fine settimana mi sono messo a pensare cos’altro potevo scaricare da internet, finché sono in Italia e con una connessione veloce a disposizione (sebbene a mezzo servizio), così mi sono tornati alla mente Rocky e Bullwinkle, che guardavo quando avevo una decina d’anni e che mi sembrava uno dei cartoni animati più stupidi e geniali che avessi mai visto.
Questo fine settimana ho scoperto che quello che mi sembrava uno dei cartoni animati più nuovi era in realtà uno dei più vecchi, se non il più vecchio che veniva trasmesso. Mentre dal Giappone arrivavano le ultime serie prodotte, da Holly e Benji ai robot di Go Nagai, qualche importatore non si sa bene con quale lampo di genio aveva acquistato e doppiato Rocky e Bullwinkle, una serie americana andata in onda per la prima volta nel 1959 e che malgrado i trent’anni si faceva seguire anche da chi come me era abituato a raggi protonici e che piuttosto che vedere i Flintstone (partiti un anno dopo Rocky e Bullwinkle) guardava i telefilm, cosa per adulti (sempre che non fossero Supercar, Manimal o qualcosa di giapponese).
Sopra vi è l’unico video in italiano su Rocky e Bullwinkle che ho trovato su youtube, inutile dire che non esiste nessuna raccolta in dvd o cose simili per il nostro mercato, mentre in america ci sono le prime tre serie in digitale. Naturalmente torrent è mio amico, poi se mi viene approvata la mozione in casa posso provare a fare un ordine.
Sabato sera sono uscito a cena con un amico che non vedevo da un sacco di tempo, gli ho portato una stecca di Lucky Strike, che mi ha ripagato della pizza, poi ho visto altri amici che non vedevo da un po’, dalla decina di mesi alla decina di anni, poi ho fatto uno scambio di biscotti e non mi è andata male.
Ma tutto questo non c’entra nulla con il video.
Noi che come modello maschile avevamo Ataru Moroboshi, noi che non ci saremmo mai piegati ad un Mendo, che non ci saremmo mai fatti accomunare ad un Megane, che non avremmo mai smesso di insidiare una Shinobu, nemmeno se una Lamù ci avesse fulminato, noi siamo ancora vivi e continueremo ad esserlo a lungo, alla faccia dei Sakurambo che vediamo intorno.
Questo fine settimana sono stato fuori Varsavia, alla dacia della famiglia di Ola, in una zona dove non c’è altro da fare se non andare al lago e fare attenzione a non calpestare le lumache, oltre ovviamente a mangiare e bere.
Proprio perché non c’era nulla da fare, oltre a copiare delle cose scritte a penna sul computer, avevo pensato di andare a vedere i castori, non perché mi piacciano, ma perché gli volevo tirare delle pietre. Come molti anche io da piccolo sono stato costretto a guardare dei telefilm perché sui canali dove davano i cartoni c’era Don Chuck Castoro invece di qualche robot gigante, così volevo la mia vendetta.
Invece Don Chuck ha colpito ancora, per andare in un posto dove potevano esserci dei castori ho fatto una strada quasi sterrata, quasi perché i polacchi ancora oggi continuano a rivestire le stradine sperdute con delle grosse pietre, che andavano bene con i carretti di legno, ma che a lungo andare si disfano sui lati e lasciano una gobba al centro della strada che è un piacere colpire con il fondo della tua macchina.
Adesso la Bombonera fa un rumore che non promette niente di buono quando è al minimo e oggi o domani andrà a trovare qualche meccanico polacco sperando che il danno non sia eccessivo.
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